2018

Come cambierebbe il Napoli con Suso

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Verso Milan-Napoli: la partita che può indirizzare definitivamente il duello scudetto con la Juventus ferita dall’eliminazione in Champions League

Il trentaduesimo turno di campionato ha tutti gli elementi per indirizzare in maniera sostanziale la corsa scudetto: il Napoli non può permettersi di non superare lo scoglio Milan, pena la definitiva rinuncia al sogno scudetto. Lì dove, per superare, si intende a pieno titolo: soltanto una vittoria infatti può tenere in vita le speranze degli uomini di Sarri. Oggi lontani quattro punti dalla vetta occupata da una Juventus chiamata a riscattare subito l’amara – sportivamente atroce – eliminazione incassata al Bernabeu, con l’epilogo che oramai tutti conoscete in ogni dettaglio. La vittoria del Napoli sul campo del Milan potrebbe inoltre aggiungere pressione emotiva ad una Juventus impegnata comunque contro un avversario degno di menzione quale è la Sampdoria. Insomma alle porte abbiamo un turno cruciale: tra i protagonisti rientra senz’altro l’esterno rossonero Suso, al centro di voci di calciomercato che lo vedrebbero ai primissimi posti nel taccuino del direttore sportivo partenopeo Cristiano Giuntoli.

Suso nel Milan di Gattuso

Anima offensiva del Milan da due stagioni piene: senza troppi giri di parole, passa tutto da Suso. L’attaccante spagnolo è lo sfogo della manovra rossonera quando mancano gli spazi necessari per produrre un’occasione: in quel momento, puntualmente, la squadra cerca lui. Perché lui può puntare l’uomo e generare quella superiorità numerica che altrimenti la squadra non troverebbe. Nelle difficoltà, nei momenti in cui la squadra non gira, nelle contingenze di gara in cui è sostanzialmente l’avversario a fare la partita, la ricerca di Suso si pone come soluzione naturale. Questo in condizioni di emergenza. Resta da analizzare tutta la parte della cosiddetta ordinaria amministrazione: nell’impianto tattico di Gattuso lo spagnolo è allo stesso tempo esterno che rientra e trova soluzioni individuali, che premia le sovrapposizioni dell’esterno basso o che dialoga con gli altri attaccanti. Perfetto in un 4-3-3 classico, sotto la gestione Montella – quando l’attuale allenatore del Siviglia ha provato anche altri moduli quali il 3-5-2 o il 3-4-1-2 – è stato impiegato anche da seconda punta o da trequartista: mansioni dove rende di meno perché spostato dalla mattonella da cui predilige incidere, ma situazione in cui ha comunque dimostrato di potersi adattare.

Suso nel Napoli di Sarri

Storia nota è oramai quella inerente al rinnovo contrattuale di Maurizio Sarri, o meglio all’eventuale permanenza dell’allenatore sulla panchina del Napoli. Restano alcune perplessità legate essenzialmente alla volontà del diretto interessato: il presidente Aurelio De Laurentiis, per convincerlo sulla bontà del progetto, vorrebbe presentarsi al tavolo della prossima trattativa con un nome forte. Un pezzo da novanta che scalderebbe gli animi di Sarri e che lo indurrebbe a credere nella crescita della sua squadra, intesa come capacità di competere su tutti i fronti della stagione. E dunque poter contare su calciatori di livello in grado di alternarsi senza che il livello qualitativo generale ne risenta. Sul contratto che lega Suso al Milan pende una clausola rescissoria di quaranta milioni di euro, un importo che il Napoli non faticherebbe a versare nelle casse del Milan pur di garantirsi le prestazioni dell’attaccante iberico. Da valutare però la discreta concorrenza internazionale che si è addensata sul nome di Suso, senz’altro attratto dalla prospettiva di disputare la Champions League nella prossima stagione (difficile riuscirci con il Milan nell’immediato). Nel Napoli di Sarri, Suso andrebbe ad incarnare le vesti di un esterno dalle caratteristiche differenti da quelli attuali. Spieghiamoci: il Napoli – sotto la guida di Sarri ma già prima con Benitez – ha sempre interpretato le corsie in maniera differente, a piede invertito quella sinistra (occupata dai destri Insigne e Mertens), a piede analogo quella destra (presidiata dall’infaticabile Callejon). Conseguenza diretta è stata l’evoluzione del gioco: l’esterno sinistro rientra per innescare la profondità del destro, puntualmente pronto a sorprendere alle spalle la linea difensiva avversaria. Con Suso al posto di Callejon – o comunque in alternativa – la musica cambierebbe: il Napoli si ritroverebbe a giocare anche sul versante destro con un esterno dal piede invertito. Con tanto di imprevedibilità acquisita, rispetto ad un copione – quello precedentemente citato – che ora pare essere compreso dalle difese avversarie.

Milan-Napoli, il dentro o fuori

Riportiamo la lancetta dell’orologio all’attualità, c’è tempo per dibattere di scenari che al momento non possono sottrarre attenzione all’epico duello scudetto che il Napoli vive con la solita Juventus. Il Milan però non vorrà recitare la parte della vittima sacrificale, seppur incerottato nella sua tenuta difensiva: assenti Bonucci per squalifica e Romagnoli per infortunio muscolare, Gattuso è costretto a reinventarsi la difesa contro una squadra di prima fascia quale il Napoli di Sarri. Spazio a Zapata e Musacchio, con tutti i rischi che la situazione si porta dietro: sarò compito degli attaccanti del Napoli ritrovare il brio perduto e trafiggere una difesa giocoforza improvvisata quale quella che il Milan opporrà. Le speranze rossonere, neanche a dirlo, gravitano intorno al nome di Suso: anche il Napoli deve fronteggiare la sua squalifica, quella proprio dell’opposto Mario Rui. Il portoghese sarebbe stato deputato a contenere l’intraprendenza dello spagnolo, toccherà invece ad Hysaj – con il contestuale inserimento di Maggio sul versante destro – spostarsi a sinistra ed occuparsi di Suso. Straordinaria amministrazione dunque per il laterale albanese: vietato sbagliare, vietato concedere qualcosa alla luce del momento non ottimale dell’attacco partenopeo. Si gioca sul filo dell’equilibrio, con un po’ di stanchezza nelle gambe e tanta pressione nella testa: il Napoli può uscire soltanto con tre punti dal tempio di San Siro se vorrà ancora coltivare la sua missione originaria.

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