Hanno Detto
Napoli, Cannavaro e l’addio di Insigne: «Resterà un simbolo. E qualcuno lo rimpiangerà…»
L’ex capitano del Napoli Paolo Cannavaro ha parlato dell’addio di Insigne al Maradona che ci sarà domenica
Paolo Cannavaro, ex capitano del Napoli, in una intervista a La Gazzetta dello Sport ha parlato dell’addio di Lorenzo Insigne allo stadio Maradona che ci sarà domenica pomeriggio.
RICORDO – «Credo fosse il 2007, in mezzo alla settimana la prima squadra, appena promossa in A, faceva una partitella contro una delle nostre formazioni giovanili. Arriva uno spiovente altissimo e vedo un ragazzino degli Allievi nazionali che senza problemi, toccando di esterno, mette quella palla a terra e la gioca. Mi giro verso l’allora responsabile delle giovanili Peppe Santoro e gli chiedo: “chi è sto fenomeno?”. Lui con gli occhi che gli brillano risponde: “Lorenzo Insigne, è un nostro gioiellino”. Ecco come ho conosciuto l’attuale capitano del Napoli».
ESORDIO – «Ricordo quella sua prima volta in Serie A, con Mazzarri allenatore. Poi quando rientrò dopo le esperienze a Cava, Foggia e Pescara, due anni dopo, finì in camera con me. E lì si è creato un rapporto splendido. Perché a noi napoletani il pubblico di Fuorigrotta non perdona nulla e allora devi lavorarci tanto mentalmente per non rimanerci troppo male. Un anno a Napoli vale 3. È come se Insigne avesse giocato 30 anni in azzurro. Però poi ho visto anche, contro il Sassuolo due settimane fa, che tutti i ragazzini dei Distinti incitavano Lorenzo. Quello è importante».
COPPA ITALIA – «E quella non potrà togliercela nessuno. E non sapete che orgoglio è. Come ci si senta da napoletani a sollevare un trofeo. Anche a distanza di tanti anni potremo raccontarlo ai nostri figli e nipoti. E a quel punto, nel tempo, ti vengono riconosciuti anche i meriti. Ecco questo mi sento di dire a Lorenzo. Andando in Canada, a giocare un calcio diverso, che gli consentirà di divertirsi di più, a Napoli ci sarà anche chi lo rimpiangerà. E col tempo lui troverà il giusto equilibrio nel rapporto con la città, quell’amore forte che io provo oggi più che mai».
SCUDETTO – «E sapendo quanto ci tiene sarà amareggiato soprattutto per questo finale amaro di stagione. Che io non riesco a spiegarmi. La squadra era cresciuta e aveva tutte le qualità per vincerlo, ma è mancata. Ed è evidente che poteva fare qualcosa in più. Per il capitano sarà stato ancora più duro accettare tutto questo».
CONSIGLIO – «Quando domenica l’emozione lo prenderà, pensi alla canzone neo melodica che mettevamo in camera al mattino per svegliarci col sorriso: “Una discoteca al mare”. Gli scapperà un sorriso».