2013

Napoli, Benitez e la licenza di sognare

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Parte il nuovo ciclo partenopeo: la risposta di De Laurentiis agli scettici

Il tweet tanto atteso. Nella nuova era della comunicazione tecnologica l’ufficialità del matrimonio tra il Napoli e l’allenatore più titolato della sua storia – meglio di lui soltanto quel Lippi che ha però accumulato il suo eccellente palmares dopo l’esperienza partenopea – giunge per mezzo di uno dei social network più diffusi: è Benitez il nuovo allenatore del Napoli e i tifosi già sognano. Ad occhi aperti senza esser scambiati per matti.

FATTORE BENITEZ – Sì, Benitez porta in dote la licenza di sognare. E’ vero, a nessuno potrà mai essere vietato un sogno, qualunque sia la sua natura: se del tutto irrazionale – o meglio privo di fondamenti – un sogno resta tale e tende ad esprimere un desiderio dovuto ad insoddisfazione. Un popolo intero invece, quello napoletano, ricorda oggi che nel 2006 la squadra era in Serie C, nel 2007 in B e il solo pensiero di accostare il nome del Napoli ad un tecnico che aveva appena centrato la sua seconda finale di Champions League restava, appunto, un sogno. Ne ha fatto di strada questo Napoli targato De Laurentiis, un percorso impervio che parte proprio dalla Serie C di Varricchio e Berrettoni fino al tweet della stretta di mano tra il presidente e Rafa Benitez. La licenza di sognare, si accennava poc’anzi: quel che finora è stato immaginare il colpo grosso si tramuta in una concreta possibilità, così reale e tangibile da chiedere all’intera piazza quella definitiva maturazione in termini di sostegno alla causa anche quando non tutto sembrerà andare per il verso giusto. Lo ha già chiesto Benitez, tra le righe delle sue prime parole da tecnico del Napoli, lo ha già chiesto la società rispondendo in maniera strepitosa a chi già ipotizzava le macerie del post-ciclo Mazzarri.

RIVOLUZIONE TATTICA, CONTINUITA’ SUI DETTAGLI – Ricordate l’assetto tattico mazzarrriano? Siete fuori strada. Con Rafa Benitez il Napoli cambia veste e passa alla difesa a quattro. Sarà 4-2-3-1 e basterebbe questo a dettare i caratteri di una rivoluzione dopo quattro stagioni di difesa a tre, ma c’è tanto altro: la proposta calcistica del tecnico toscano – anche nei momenti di spiccata brillantezza – fonda la sua redditività sul ritmo altrui, ossia necessita di una squadra che provi a fare la gara in modo tale da spezzare la sua tela e predominare sull’intensità. Al netto della necessaria evoluzione registrata nel tempo, quando la squadra – essenzialmente grazie all’esaltazione dei singoli – ha trovato le contromisure per avere la meglio anche in situazioni attive di gioco. Il Napoli di Benitez sposterà il suo baricentro qualche metro in avanti, si appoggerà alla qualità delle sue tre mezz’ali che gravitano dietro l’unica punta e alle sovrapposizioni degli esterni bassi, dunque farà la partita. Un progetto ambizioso che vanta una continuità con il passato: la cura dei particolari. Benitez ed il suo staff sono noti al palcoscenico internazionale per lo studio degli avversari e la messa a punto di ogni singolo aspetto della gara futura, lavorando su supporti video con un’attenzione maniacale che ricalca quella del suo predecessore. Due persone apparentemente molto differenti ma unite dalla serietà e dalla passione con cui interpretano il lavoro quotidiano.

PRESTO PER I NOMI, NON PER I PROFILI – Una premessa: l’opinione personale è che non ruoti tutto intorno alla vicenda Cavani. Un trionfo se resta, una base economica superba se parte: Benitez ha chiesto garanzie alla proprietà e la risposta è stata affermativa, l’approdo dello spagnolo ne è la prova sufficiente. Cosa serve al Napoli di Benitez? Con l’attuale struttura dell’organico si interverrà su difesa e trequarti: occorre solidità nella prima e velocità nella seconda. L’addio di Campagnaro priva il tecnico spagnolo di una valida risorsa in grado di agire da esterno come da centrale: arriverà senza dubbio un difensore centrale di indiscusso valore, un laterale destro se parte anche Zuniga (a sinistra c’è Armero). Rosa coperta per quanto concerne i due mediani – Behrami, Dzemaili ed Inler offrono garanzie sufficienti, al massimo si sacrificherà l’ex Udinese in nome di un profilo espressamente richiesto da Benitez – ma è sulla trequarti che si gioca la partita vera: con Hamsik cardine del progetto, sui lati si necessita di pedine in grado di accelerare la manovra e garantire un elevato apporto qualitativo. Cerci il nome caldo, ma il nuovo Napoli potrebbe spostare la sua asticella verso calciatori di Premier League e Liga, due tornei che Rafa Benitez conosce alla perfezione e nei quali ha edificato il suo ricco palmares. Trionfando, in terra nazionale ed europea con il Valencia e sul palcoscenico internazionale con il Liverpool, non propriamente squadre di primissimo ordine come ad esempio Barcellona o Manchester United. Come Napoli invece, che sogna anche per questo.

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