2013

Napoli, Benitez: «Arrivare secondi è arrivare ultimi»

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Lo spagnolo racconta un po’ di sè e dei suoi inizi col calcio: a partire da quell’insegnamento al Real Madrid

NAPOLI BENITEZ – E’ uno degli allenatori del momento, ma di lui non si sa poi moltissimo: lo spagnolo Rafa Benitez, tecnico del Napoli, è un uomo molto riservato, ma ha raccontato qualcosa di sè, della sua vita e della sua infanzia, oggi per “La Repubblica”. Ecco il ritratto del Benitez che si è avvicinato al mondo del calcio. 

IL PICCOLO RAFA – Questo il racconto di Benitez: «Mio padre Francisco era un “colchonero”, tifoso dell’Atletico Madrid. Aveva cominciato a 11 anni come facchino, finché era diventato direttore commerciale di una catena d’alberghi. Rosaria, mia madre, m’ha incoraggiato sulla strada del calcio. Era contenta quando a 13 anni sono entrato nella famiglia del Real Madrid. A quell’età facevo le pagelle della mia squadra. Il mio idolo era Beckenbauer, ma anche Di Stefano, Pelè e, poi, Maradona. Al Real, prima regola della casa, già da ragazzino t’insegnano che conta solo vincere. Arrivare secondi è come arrivare ultimi». 

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