2018

Il mostruoso 2017 del Napoli, il 2018 che sarà

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Nessuno come il Napoli nel 2017: tutti i dati della banda Sarri e gli scenari di calciomercato per l’imminente finestra invernale

Anno solare 2017: il Napoli di Maurizio Sarri ha disputato trentanove gare di Serie A vincendone trentuno, sei i pareggi ed appena due le sconfitte. Tutte al San Paolo, per mano dell’Atalanta prima e della Juventus poi. Partenopei dunque imbattuti in trasferta per l’intero 2017. Novantanove i punti accumulati, novantasei le reti siglate (alla media di 2.46 a partita) e trentuno quelle subite (media di 0.79 a gara). Media punti: 2.54. Spalmata per l’andamento di un campionato renderebbe un torneo da 97 punti. Numeri da alieni quelli centrati dai partenopei: in altri contesti oggi varrebbero un distacco sufficiente da poter già parlare in termini di gestione del vantaggio. Ma il problema più grosso del Napoli resta uno: la Juventus. I bianconeri non mollano mai: non cedono un centimetro e complicano ogni discorso.

Serie A unico campionato concorrenziale

Premier League dominata dal Manchester City di Guardiola, Liga dal Barcellona di Messi, Bundesliga neanche a dirlo dal Bayern Monaco, Ligue 1 come ampiamente prevedibile dal PSG degli acquisti folli. Nei primi cinque campionati europei l’equilibrio vige nella sola Serie A e questo lo si deve al Napoli, abile ad opporsi allo strapotere della Juventus con un progetto di eccellente valore: i partenopei sono arrivati al livello dei campioni in carica per la lastricata via del gioco, della qualità, della maniacale esecuzione. Passo dopo passo, un mattone alla volta. Gli inattesi e poco graditi infortuni di Milik prima e Ghoulam poi hanno privato Sarri di importanti risorse alternative, facendo decrescere il livello generale delle rotazioni: aspetto che al contrario già consegna una laurea di campione alla Juventus, prima ancora di iniziare. A bocce ferme i bianconeri sono dominanti: non ci fosse il Napoli di Sarri staremmo già intonando la solita canzoncina.

Napoli senza limiti?

Ma la Juventus esiste e questo il Napoli è costretto a tenerlo in conto: meno uno, nonostante l’andamento da record, un solo punto che testimonia il clamoroso equilibrio tra le due indiziate alla vittoria finale. Gli uomini di Allegri sono stati abili a sorprendere i campani sul proprio campo, faccia a faccia del San Paolo che ha notevolmente ridotto un divario faticosamente scavato dalla banda Sarri, punticino dopo punticino. Il calendario pone gli scontri diretti della Juventus quasi essenzialmente nella seconda parte del girone di ritorno: fattore che, qualora fosse già indirizzata la contesa per i posti in Champions League, andrebbe a favorire proprio i bianconeri. Che così si ritroverebbero a giocare sui campi di Inter e Roma senza che queste nutrano particolari motivazioni di classifica. Il Napoli deve dunque attrezzarsi alla perfezione per giocarsela – se non alla pari in termini di organico – con gli strumenti necessari per non lasciarsi trovare impreparato.

Napoli, le strategie di calciomercato

Se buona parte del budget a disposizione per la finestra invernale di calciomercato sembrava indirizzato al capitolo terzino, con l’obiettivo di trovare un sostituto del fondamentale Ghoulam, le notizie sul recupero dell’algerino – che starebbe bruciando i tempi e dunque potrebbe anticipare il rientro rispetto alle prime indicazioni – rimettono in discussione il tutto. Così il Napoli può scegliere di investire sull’esterno offensivo, una pedina di comprovato valore che possa alternarsi ad Insigne e Callejon meglio di quanto sia riuscito finora con Ounas e Giaccherini. Poco visti da Sarri. I nomi sono quelli che un po’ tutti oramai conoscete: Berardi l’idea originaria con accordi sostanzialmente già raggiunti a settembre, Verdi il colpo nato nel corso del campionato, alla luce dell’andamento eccellente del jolly del Bologna. Poi le operazioni di minor spessore ma potenzialmente funzionali all’impianto sarriano: Younes e Ciciretti i maggiori indiziati, con discorsi già in stato avanzato, Verde l’ultima idea.

Intanto Inglese…

Il Napoli ha già in mano il sostituto di Arkadiusz Milik: è Roberto Inglese, attaccante classe 1991 prelevato dal Chievo Verona nei battiti finali della sessione estiva di calciomercato e lasciato in prestito in maglia gialloblu. In linea teorica fino al termine della stagione, salvo un accordo di massima per cui – fosse servito prima – ci si sarebbe accordati in qualche modo per anticiparne l’arrivo. Operazione importante per permettere al centravanti polacco un pieno recupero. O meglio, di non dipendere dal suo apporto: ricorderete un po’ tutti la fatica con cui Milik ha provato a tornare sui suoi livelli dopo il primo infortunio subito al legamento crociato del ginocchio. In più di un’occasione, nella rapida tela che caratterizza il gioco di Sarri, è sembrato un pesce fuor d’acqua. Ora che il calvario si è arricchito di un nuovo e grave infortunio, le premesse – almeno nel breve termine – non sono le migliori. Ed al Napoli, non ne ha fatto mistero Sarri pur affermandolo tra le righe, serve un calciatore dalle caratteristiche fisiche differenti rispetto a quelli attuali per trovare un’alternativa di gioco. Soprattutto in determinati contesti, in partite in cui risulta complesso trovare la soluzione con le solite armi. Si lavora all’attacco dunque: Inglese più un colpo sugli esterni. Per giocarsela con accresciuta consapevolezza.

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