2015
Nainggolan: «Juve, possiamo superarti»
La carica del centrocampista belga, che ha parlato anche del suo passato
E’ uno dei centrocampisti migliori del campionato italiano e uno dei migliori calciatori della Serie A: Radja Nainggolan non ha sofferto per niente il salto dal Cagliari alla Roma, dove invece si è integrato con estrema facilità e di cui è diventato già punto di riferimento. E’ uno che non ha paura il centrocampista giallorosso, che del resto ha sofferto tanto durante la sua infanzia: dal rifiuto all’abbandono per finire alla fame, ma il calciatore belga con determinazione ha scalato la sua montagna di difficoltà. «Io mi considero una persona umile. In campo è un’altra cosa. Uno senza autostima non può giocare a pallone. Mi piace il mio ruolo perché mi consente di fare tutto: difendere, costruire e concludere l’azione. In questo momento mi riesce tutto bene. Mi piaceva la grinta di Gattuso, mi piacciono la tecnica di Xavi e i tempi d’inserimento di Vidal. Il mio compagno Keita poi è spettacolare, ha vinto tanto e vuole farlo ancora», ha dichiarato Nainggolan ai microfoni di SportWeek.
IL PUNTO – Il mediano ha poi tracciato un bilancio della prima parte della stagione: «In Champions il girone era difficile e nessuno immaginava che potessimo giocarcela fino alla fine. Abbiamo perso con Bayern e Manchester City, due squadre con un budget finanziario 10 volte superiore al nostro. Ma sono convinto che abbiamo la forza di vincere lo scudetto. Avessimo battuto la Juve a Torino, come era nelle nostre possibilità, la classifica sarebbe diversa. Sulla carta la Juve magari è favorita, ma noi siamo in grado di passarle davanti. La carica dei tifosi può essere l’elemento decisivo a nostro favore. Non so a Torino, ma a Roma abbiamo molta fame», ha spiegato Nainggolan, consapevole di essere diventato un leader grazie alla sua mentalità vincente.
LE DIFFICOLTA’ – Prima di essere un calciatore, però, Nainggolan è una persona normale: «Il calcio mi ha dato il benessere economico, e i soldi cambiano le persone. Io credo di essere generoso e, se uno chiede, do quasi sempre. Però la mia vita è diventata più difficile perché è più difficile darmi dei limiti: quando hai tanto denaro vuoi le cose più belle, quelle più care, che la gente comune non può permettersi. Riesco a trovare il limite? Quando ripenso da dove arrivo e da dove sono partito», ha raccontato il belga, che ha parlato anche del rapporto complesso col padre, che lo ha abbandonato quando aveva 5 anni: «Mi ha cercato, ma è facile, dopo che tuo figlio è diventato calciatore… Troppo facile. Si è presentato due anni fa, quando sono andato per la prima volta in Indonesia. Lì sono stato invitato a uno show televisivo dove mi hanno chiesto di lui e ho detto talmente tanta verità sul suo conto che tutti hanno capito chi era mio padre. Però di una cosa lo ringrazio, di avermi messo un pallone tra i piedi. È stato lui il primo a portarmi a giocare, al parco, ad Anversa, in Belgio, dove sono nato».
OMOFOBIA – Nainggolan ha partecipato ad una campagna di solidarietà contro l’omofobia, perché non si possono far differenze tra le persone né per il colore della pelle né per le inclinazioni sessuali: «Come io non ho scelto di nascere maschio, così gli altri non hanno scelto la propria identità e possono non trovarsi a proprio agio nel corpo di un uomo o di una donna. Prendi mia sorella Rania: ha avuto una storia con una donna. Pazienza. Finché sono libere e consapevoli, sono scelte che vanno accettate».
ROMA CAPUT MUNDI – Infine, sulla Roma società e la Roma città: «Mi piaceva l’idea di arrivare in una società che aveva bisogno di ripartire e costruire. Posso dire di aver fatto la scelta giusta. La città è perfetta, non ci si annoia mai. Le uniche cose da sopportare sono il traffico e la marcatura a uomo dei tifosi».