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Nainggolan: «No al Napoli per Cagliari. L’italia se l’è presa nel c***»

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Nainggolan: «Non sono andato al Napoli per rispetto di tifosi del Cagliari». Le parole del centrocampista belga

Radja Nainggolan, oggi centrocampista dell’Anversa, si è raccontato in un’interessante intervista a Fanpage.

CARRIERA – «Ho avuto una carriera importante, ma a livello umano ho sempre vissuto come una persona normale. Ad alcuni potrebbe sembrare arrogante e ad altri onesto, mentre ad alcuni posso star simpatico e ad altri stare sul ca**o per i soldi che ho guadagnato, perché mi piacciono le belle macchine e i bei vestiti, ma purtroppo in molti si limitano alle apparenze».

DALLA ROMA ALL’INTER – «A Roma c’è stata la luce più splendente della mia carriera. È lì che ho sentito le emozioni più forti. A livello umano è stato pesante andar via perché ero molto affezionato alla piazza. Nella vita vanno fatte delle scelte, anche se col senno di poi penso sia stata la scelta sbagliata perché avevo costruito un gran rapporto con Roma. All’Inter è iniziata bene ma finita male, ma non sono uno che racconta ca**ate, e se in quel momento mi andava di dire qualcosa l’ho detto perché intendevo farlo».

CONTE E IL RITORNO A CAGLIARI – «Con Conte non ho avuto alcun problema. Ho lavorato cercando di ricavarmi il mio spazio e lui ha fatto altre scelte, che rispetto. È facile dire ‘Non gioco, l’allenatore non è bravo’. Per me Conte è un allenatore importante, e non per niente ha riportato lo Scudetto a Milano. Io poi ho fatto una scelta tornando a Cagliari, dove mi sono sempre sentito a casa. E dopo il mio ritorno alla fine del girone d’andata eravamo terzi, anche se poi non abbiamo retto».

DIRE NO AL NAPOLI – «Non solo per una questione economica. Sai come funziona, quando sei molto legato a una piazza ovviamente qualcosa ti condiziona. Parliamoci chiaro, sia Napoli sia Roma sono due piazze bellissime, sono le più importanti a livello di tifo in Italia. Ho pensato fosse più giusto andare alla Roma per rispetto ai tifosi del Cagliari».

MAI VINTO NIENTE CON LA ROMA – «Se quella Roma lì avesse rivaleggiato contro la Juve di oggi ce la saremmo potuta anche giocare. Ma in quegli anni la Juve era imbattibile. Oggi è ancora forte, ma in quegli anni era devastante».

ITALIA FUORI DAL MONDIALE – «All’Europeo è stata la squadra che ha voluto vincere più delle altre. Chiellini ha trasmesso la sua mentalità vincente a tutti. Poi, quando pensi di essere sicuro di passare contro una squadra piccola come la Macedonia… te la prendi in co. La Macedonia si è difesa tutta la partita e poi tirano una volta e fanno gol. Hai voglia a dire che hai fatto trenta tiri in porta, con le statistiche non ci fai un cao. Devi far gol».

LUKAKU – «Io gliel’ho sempre detto. Per me all’Inter era l’attaccante più forte al mondo perché c’erano un sistema di gioco, un allenatore e una squadra fatti per lui. Il suo sogno era di sfondare al Chelsea, è la terza volta che ci va e ha fatto la stessa fine. Io penso che se fosse rimasto all’Inter poteva essere il miglior attaccante al mondo per 4-5 anni ancora. E glielo dico ancora perché è quello che penso».

SCUDETTO – «Penso quella che ha la pressione di farlo, ossia l’Inter. È la squadra più completa e con la rosa più lunga».

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