2016
Moviola: FIGC in contropiede, Ifab irritato
Test in Serie A e B dal prossimo anno? Tavecchio accelera
La FIGC anticipa l’International Board e con un comunicato annuncia di aver velocizzato i tempi tecnici per l’introduzione nel calcio italiano della moviola. L’International Board, invece, contava di introdurre ufficialmente la moviola nel 2020 e di sfruttare quindi questa fase per la sperimentazione offline, cioè durante raduni arbitrali o tornei prima di attivare la seconda fase, quella della sperimentazione nelle competizioni ufficiali. La FIFA, invece, è contenta perché sono 13 le federazioni candidate all’esperimento e, quindi, ci saranno più riscontri. E saranno le federazioni a decidere in quale torneo, poi si deciderà di affidare il segnale del broadcaster, pulito e senza regia, ad un tecnico, che lo girerà a due arbitri video, ma le federazioni spingono per un solo per abbassare i costi. Alla fine, secondo La Gazzetta dello Sport, potrebbero candidarsi solo Italia, Germania, Inghilterra, Francia, Brasile e Stati Uniti.
I TEMPI – A fine aprile ci sarà un nuovo incontro a Londra tra le federazioni per scegliere i tornei, mentre il 19 maggio a Zurigo verrà definito il protocollo della tecnologia per attivare gli esperimenti. L’Italia si sta muovendo in anticipo: è stato convocato per il 21 aprile un incontro tra i rappresentanti di Lega di A, B e arbitri per definire il piano. All’Ifab questa fretta non è piaciuta, anzi c’è irritazione perché dietro a tale fretta c’è un “interesse politico” italiano. La speranza del presidente federale Carlo Tavecchio è di introdurre la sperimentazione in Serie A già nella prossima stagione, così da prendersi l’eventuale successo politico. Serviranno, però, riforme a livello strutturale e, quindi, un aiuto federale per gli impianti. A rischiare sono gli arbitri di porta: se la moviola offrisse risposte interessanti, potrebbero essere “tagliati”. Nella prima fase della sperimentazione verranno registrate le situazioni in campo in cui potrebbe intervenire la moviola. Verrà creata una casistica e sarà studiato un protocollo da adottare nella sperimentazione vera e propria, quella che si baserà sull’interazione tra l’arbitro e chi seguirà la partita dai monitori. I test offline potrebbero riguardare un paio di partire per ogni giornata di campionato, quindi i costi sarebbero modesti: le telecamere, soprattutto in Serie A, ci sono già, per cui bisogna solo allestire una saletta nello stadio con un terminale e chiarire con l’AIA che tipo di figura professionale è necessaria per l’osservazione e registrazione dei casi.