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IL MEGLIO DEL 2023 – Mourinho Serra: i 5 dialoghi più roventi con gli arbitri
Sul Corriere dello Sport, sulla scia del litigio tra Serra e Mourinho, alcuni storici confronti di campo tra calciatori e arbitri in Serie A
Il caso Mourinho-Serra passerà alla storia? Può darsi, anche perché deve avere ancora il suo intero svolgimento. E la nuova puntata potrebbe generare polemiche ancora più accese di quelle che si sono registrate a caldo. Per un semplice motivo, indicato ieri da Franco Ordine durante una puntata di Juventibus su Twitch, che ha puntato il dito contro la sospensiva di cui ha beneficiato l’allenatore portoghese. Una decisione che se portasse poi alla conferma della squalifica e quindi al differimento nelle prossime gare, costituirebbe secondo lui «un attentato alla regolarità del campionato».
Nell’attesa di capire come evolverà la vicenda, Roberto Beccantini sul Corriere dello Sport di oggi ha ricordato altri dialoghi turbolenti tra i protagonisti del campo e gli arbitri. Questi sì capaci di rimanere nel tempo e di farsi racconto di generazione in generazione.
1) 1969, Inter-Verona. Mario Corso dice a Michelotti: «Mi sa che tu a San Siro non arbitri più». Risposta secca: «Ah sì? Fuori». Poi fecero pace, in vacanza in Sardegna.
2) 1970, Juventus-Cagliari. Partita che decide lo scudetto a favore dei sardi. Gigi Riva si scaglia su Lo Bello, reo di far ripetere un rigore ai bianconeri: «Mi dica solo cosa devo dirle per essere espulso». L’arbitro poi gli concede un penalty generoso. Riva lo segna e gli va a chiedere: «E se lo avessi sbagliato? – Te lo avrei fatto ripetere»
3) 1971, Inter-Napoli. Sandro Mazzola va da Gonella: «Si dia una regolata perché qui finisce male» dopo l’espulsione di Burgnich. Le parole sortiscono la concessione di un rigore generoso per i nerazzurri.
4) 1980, Juventus-Torino. Polemiche a non finire in un derby favorevole ai granata, anche negli episodi discussi. Roberto Bettega riceve da Agnolin una frase del tipo: «State calmi, o vi faccio un mazzo così».
5) 1988, Ascoli-Milan. Aggiungiamo un episodio capolavoro, una situazione solo gestuale. Si tratta dell’espulsione che riceve Gullit ad Ascoli senza profferire parola: sanzionato di un fallo dall’arbitro Cornieti, il milanista si genuflette, ricevendo un giallo; quindi, si mette ad applaudire, con conseguente rosso. Lui si giustifica così parlando in inglese alla stampa per non incorrere in equivoci: «Lo faccio sempre per caricarmi, non intendevo polemizzare». Per fraintendersi, talvolta, le parole sono del tutto superflue tra giocatori ed arbitri.