Editoriale
Mourinho e l’arte delle mani avanti: la Roma merita di più
Ancora una volta Josè Mourinho non ha perso l’occasione per mettere le mani avanti e criticare la rosa a disposizione: la Roma merita di più
Josè Mourinho è un disco rotto. Il brillante oratore e affabulatore di un tempo ha lasciato il posto allo stucchevole paraculo di questa sua seconda avventura italiana. Anche al termine della sfida di Coppa Italia vinta dalla Roma contro il Lecce, lo Special One non ha mancato di ricordarci il disprezzo che nutre per i giocatori a disposizione. O quanto meno per buona parte di essi.
Ormai una consuetudine che si protrae da settimane senza soluzione di continuità, anche dopo l’ennesima prestazione deludente. Perché la vittoria sui salentini non deve trarre in inganno, per stessa ammissione del portoghese: «Nel primo tempo ho pensato alla frustrazione che provavo. Dal punto di vista tecnico abbiamo fatto una partita orribile. Con tutti questi errori è difficile parlare di tattica».
Come a dire, lasciatemi stare, se i miei giocatori non sanno stoppare, passare o calciare che colpa ne ho io? D’altro canto le critiche, anche feroci, di Mou si sono susseguite con clamorosa regolarità. Sin dall’imbarazzante e umiliante notte di Conference League in Norvegia, lo scaricabarile si è tramutato in scarica-calciatori.
Insomma, che la rosa abbia dei limiti lo sanno anche i muri di Trigoria, ma che questo gruppo non possa produrre un calcio migliore e, di conseguenza, risultati più soddisfacenti, è chiaramente poco aderente alla realtà.
Mettere le mani avanti è invece lo sport preferito in casa Mourinho: «Dal punto di vista emozionale sono molto felice di stare qui, la gente si fida di me. Ma dal punto di vista calcistico giocare per un posto tra il quarto e l’ottavo non è quello che voglio, sicuramente la prossima stagione andremo meglio». Certo, magari cambiando dieci o quindici calciatori. Come se fosse il solo e unico problema: la Roma merita molto di più.