Editoriale
Mourinho come Pinocchio: arbitri o alibi?
Ancora una volta José Mourinho ha sbottato contro gli arbitri dopo il deludente pareggio con il Bodo Glimt: attacchi sensati o soliti alibi?
Mourinho e gli arbitri, un amore che non potrà mai nascere. Sin dai tempi gloriosi delle manette il feeling non è proprio mai sbocciato tra i fischietti di tutta Europa e il tecnico portoghese. Lo Special One ha sbandierato di nuovo quanto l’opinione sull’operato dei giudici non sia esattamente delle migliori.
Eppure José in versione Pinocchio appena un paio di giorni fa si trincerava dietro un “non parlo degli arbitri” nella conferenza stampa alla vigilia della sfida al Bodo Glimt. Silenzio durato troppo poco, perché al termine del match di Conference League ecco le nuove stilettate.
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Nel mirino i due interventi di braccio della difesa norvegese cui la presenza di un banale VAR, in effetti, avrebbe potuto mettere una pezza: «All’andata non ho detto nulla sugli arbitri perché ci sono stati errori nostri. Questa volta erano netti i rigori, non so perché in Conference League c’è gente che inizia la sua carriera a livello internazionale. Mi dispiace, ma arbitraggio decisivo. Quanti punti abbiamo perso per decisioni arbitrali?».
Un misto di rabbia e frustrazione che fa il paio con il post su Instagram a pungere la classe arbitrale e, di riflesso, anche la Juve. Il fermo immagine del rigore di Veretout a Torino e del penalty di Dybala contro lo Zenit. Entrambi sbagliati, ma solo il secondo fatto ripetere a fronte di situazioni identiche in tutto e per tutto.
Insomma, da arbitri ad alibi il passo è brevissimo per il Mourinho pensiero. Da maestro della comunicazione, ma anche da allenatore in difficoltà che stenta a ritrovare lo smalto degli anni d’oro. La sua Roma resta sin qui incompiuta e priva di una reale identità strutturata e convincente. Mettere nel mirino i fischietti, il più banale e fuggevole tra gli esercizi.