2018
Mourinho ancora duro: «È una caccia all’uomo. Se piove è colpa mia…»
Mourinho dopo la vittoria in extremis contro il Newcastle: «C’è troppa malvagità in una cosa bella come il calcio. Giocatori terrorizzati»
José Mourinho è riuscito finalmente a vedere la luce in fondo al tunnel. In una partita decisiva per la sua permanenza sulla panchina del Manchester United, tutto sembrava volgere verso il peggio: dopo 10 minuti i Red Devils perdevano già 2 a 0 contro il Newcastle di Rafael Benitez. E invece, quando ogni speranza sembrava persa, ecco la rinascita con Mata, Martial e Sanchez a salvare il portoghese all’ultimo minuto. Una vittoria importante, di carattere, che fa quantomeno respirare lo Special One.
Dopo la splendida rimonta, Mourinho si scaglia ancora con i giornalisti, colpevoli a suo parere di un trattamento ingiusto nei suoi confronti. «Ho 55 anni, e anche se è la prima volta che vedo una caccia all’uomo del genere, sono in grado di gestire e convivere con queste situazioni. Alcuni ragazzi hanno iniziato questa partita terrorizzati. C’è tanta malvagità in qualcosa che dovrebbe essere bello, il calcio. Io sopravvivo, sono maturo, ma alcuni ragazzi come Rashford erano impauriti e tristi in campo e commettevano errori non normali. Stasera andrò a Londra, se domani pioverà, i giornalisti diranno che è colpa mia. Se c’è un problema con la BREXIT, i giornalisti mi danno la colpa. Non mi va bene, ma sono abituato a questo. Quello che posso dire, è che nel calcio si può vincere come si può perdere, non si deve perdere mai la dignità».
José Mourinho ha poi concluso parlando della rimonta, scaturita nell’intervallo, e dei suoi giocatori: «All’intervallo abbiamo fatto una chiacchierata e ci siamo promessi che avremmo dato tutto, senza paura né pressioni. Hanno dato tutto in campo e non penso che siamo stati fortunati, il risultato l’hanno meritato. Anche il 2-2 sarebbe stato positivo, nessuno può promettere di vincere le partite. Se i giocatori ora giocano per me? Sono chiacchiere ridicole, i giocatori non giocano per l’allenatore. Non sarebbero buoni professionisti, soprattutto se questo cambia. Sono professionisti, queste sono chiacchiere ridicole. Io chiedo di dare sempre tutto».