2019
Johan Cruijff, 14 cose che non sai su di lui
Da Holly e Benji al numero storico passando per l’asteroide col suo nome: le 14 cose che forse non tutti sanno su Johan Cruijff
Il mondo del calcio da ieri è in lutto per la morte di uno dei più grandi calciatori dell’intera storia del pallone. A Barcellona, all’età di 68 anni, si è spento Johan Cruijff, ex fuoriclasse olandese che ha fatto la storia di Ajax e Barcellona che si è dovuto arrendere al cancro che lo ha sconfitto fuori dal terreno di gioco. Il padre del calcio totale che ha fatto divertire generazioni di appassionati, ma non solo quello. Tante, infatti, sono le curiosità che riguardano l’eterno numero 14 dell’Olanda (o Paesi Bassi, fate voi), e per l’occasione ne abbiamo raccolte alcune per omaggiare il Profeta del gol: 14, per la precisione, come quel numero che per anni ha portato sulle spalle.
JOHAN CRUIJFF, JUVENTINO DENTRO – Forse non tutti sanno che c’è un legame speciale tra Johan Cruijff e la Juventus. Per sua stessa ammissione, fin dai primi anni di vita l’olandese era innamorato dei colori bianconeri, squadra per la quale ha fatto il tifo fino ai 10 anni circa. E nel corso della sua vita da parte sua non sono mai mancati gli elogi alla Vecchia Signora: dall’ammirazione per Del Piero ai complimenti alla dirigenza e alla storia della Juventus, considerata come una delle società più gloriose d’Europa.
UN ASTEROIDE DI NOME CRUIJFF – Nel 1960 fu scoperto un asteoide della fascia principale, il 14282. Neanche a dirlo, visto anche il numero 14 presente all’inizio della numerazione, l’asteroide fu dedicato proprio al fuoriclasse olandese dalla quale prese il nome: 14282 Cruijff.
GLI INSEGNAMENTI DEL CAMPIONE – Da sempre innamorato del calcio totale e dello spettacolo che può offrire un rettangolo verde, Cruijff non ha mai nascosto i suoi metodi che a tratti potevano essere forse poco associabili alla sua persona. Curioso, infatti, è l’aneddoto raccontato da lui stesso circa lo svezzamento dei ragazzini quando era alla guida dell’Ajax. Questa la sua citazione: «Quando ero allenatore della Ajax a volte allenavo i ragazzi di 10 anni. Li portavo nel parcheggio, perché lì si apprendono tante cose. Se ti scontri con un giocatore e cadi sul cemento, ti fai male, senti dolore e allora devi diventare sveglio, devi imparare a muoverti più rapidamente e a decidere più in fretta che cosa fare con la palla o senza».
HOLLY, BENJI… E CRUIJFF – In pochi conoscono Yoichi Takahashi, il creatore del celebre fumetto che in Italia ha avuto successo con il nome di Holly e Benji (Capitan Tsubasa il titolo originale). Il fumettista ha sempre ammirato Cruijff, tanto che il numero 14 assegnato nel cartoon a Julian Ross, uno dei protagonisti più apprezzati, è un omaggio all’ex fuoriclasse olandese.
GAMBE CHE VALEVANO ORO – Il passaggio dall’Ajax al Barcellona fu storico. Cruijff, infatti, è stato uno dei primi giocatori per la quale si è sfondato il muro del miliardo di lire (fu pagato tre milioni di fiorini olandesi dai blaugrana). Ma forse non tutti sanno che i colossi assicurativi del Lloyd’s di Londra assicurarono le gambe del fuoriclasse per la modica cifra di due miliardi e mezzo di vecchie lire.
LEGGENDARIO NUMERO 14 – Il numero 14 è stato sicuramente il simbolo dell’intera carriera di Cruijff, tanto che ancora oggi il legame pare ormai indissolubile. La scelta fu del tutto casuale: prima di un Ajax – PSV, Johan fu costretto a dare la sua numero 9 al compagno Muhren che aveva smarrito la numero 7 che gli spettava. Cruijff allora pescò casualmente dalla cesta delle maglie anonime, e da lì uscì fuori la numero 14 diventata poi leggendaria.
LUI ERA SPECIALE – Altra curiosità legata al suo numero 14: le Nazionali, all’epoca, utilizzavano le numerazioni dall’1 all’11 per i titolari, ma per lui ci fu una particolare deroga. La federazione olandese, infatti, gli permise di indossare la maglia numero 14 nonostante i regolamenti di allora.
IL PRIMO A VINCERNE TRE – Platini? Van Basten? Messi e Cristiano Ronaldo? No, sapete chi è stato il primo nella storia a vincere ben tre Palloni d’Oro? Sì, avete indovinato: Johan Cruijff. All’epoca il fuoriclasse olandese stabilì il nuovo record superando Di Stefano che fino al 1973 era stato l’unico a vincerne due. L’eterno numero 14 fece ancora meglio: 1971, 1973 e 1974, l’ennesima conferma, se mai ce ne fosse bisogno, della leggenda che era.
IL TUNNEL DI BEST – George Best non è mai stato banale nelle sue dichiarazioni, e celebre è l’aneddoto raccontato e che riguarda proprio Johan Cruijff. Questa la frase diventata ormai celebre: «Era il 1976, si giocava Irlanda del Nord – Olanda. Giocavo contro Johan Cruyff, uno dei più forti di tutti i tempi. Al 5° minuto prendo la palla, salto un uomo, ne salto un altro, ma non punto la porta, punto il centro del campo: punto Cruyff. Gli arrivo davanti gli faccio una finta di corpo e poi un tunnel, poi calcio via il pallone, lui si gira e io gli dico: ‘Tu sei il più forte di tutti ma solo perchè io non ho tempo».
L’HASHTAG PER LO STADIO – Dalla scomparsa di Cruijff sono passate solo alcune ore, ma l’amore dei tifosi ha già fatto scattare un clamoroso tam tam sui social network. L’iniziativa partita da Tello, attaccante del Barcellona in prestito alla Fiorentina, sembra aver riscosso un successo da record: #EstadioJohanCruyff, il motto per cambiare nome al Camp Nou.
CATALANO CONVINTO – L’iniziativa appena citata si collega al senso di appartenenza mostrato da Cruijff nei confronti della Catalogna. Non tutti sanno che l’olandese ha avuto il privilegio di giocare per due Nazionali. Tra il 1973 e il 1976, infatti, ha indossato i colori della Nazionale catalana, che tra l’altro ha anche guidato da allenatore dal 2009 al 2013.
SCARTATO PER I PIEDI PIATTI – Curioso, invece, l’aneddoto che riguarda il servizio militare. Durante le visite per l’arruolamento, Cruijff fu scartato per un motivo abbastanza strano: piedi piatti e caviglia sformata. Una motivazione che poi non ha retto nel tempo visto il successo riscontrato dalla leggenda olandese con le scarpette ai piedi.
ROSSONERO PER POCO – Al Mundialito del 1981, competizione inventata da Berlusconi per ridare luca al Milan decaduto, per un solo giorno Cruijff vestì i colori rossoneri. Era però sul finire della sua carriera, e visti i suoi 34 anni e le condizioni fisiche non perfette non venne ingaggiato dal club meneghino.
ADIDAS? NO, DECIDE PUMA! – Al Mondiale del 1974 l’Olanda era sponsorizzata da Adidas. In quel periodo il numero 14 era invece sotto contratto con Puma che tra l’altro era rivale dello sponsor tecnico degli Orange. Vedere Cruijff indossare le tre strisce celebri dell’Adidas, quindi, era un affronto non da poco, e la stessa Puma fece pressione nei confronti della Nazionale olandese per far sì che questo non accadesse. Il risultato? Johan fu l’unico a scendere in campo con una maglietta diversa che presentava soltanto due strisce.