2014
Moratti: «Per Totti all’Inter avrei fatto follie»
Il numero uno nerazzurro torna indietro nel tempo e parla… di tutto
Adesso che l’Inter non è più totalmente sua e le vicende nerazzurre non lo riguardano più (del resto, si è dimesso anche da presidente onorario), Massimo Moratti può parlare più liberamente del presente ma, soprattutto, del passato. Un passato fatto di tante cose belle e meno belle, ma in cui di sicuro non è mai mancato il sentimento: quello che l’ex numero uno nerazzurro rivendica con forza nel corso di una intervista oggi per il Corriere della Sera. Moratti per l’Inter ha speso molto ed avrebbe speso anche di più, se solo fosse stato in vendita un giocatore… Francesco Totti.
BACK IN THE DAYS – Così Moratti, in vena un po’ nostalgica: «L’Inter è un sentimento che si trasmette dai tifosi, alla società, ai giocatori e a tutto quello che diventa passione». Quando comprò l’Inter, Massimo voleva subito qualche botto: «La prima idea che avevo avuto, nel momento dell’acquisto della società, era stata quella di prendere Cantona e Mancini. Poi Cantona l’aveva combinata grossa (coolpo di kung-fu a un tifoso del Crystal Palace e mega-squalifica di quasi un anno, ndr). Sarebbe stata un’accoppiata fantastica, degna della tradizione dell’Inter. Altre due volte ho cercato di prendere Mancini: a fine ottobre 1996 era tutto fatto, poi Enrico Mantovani mi aveva spiegato che ci sarebbe stata una sollevazione popolare dei tifosi della Sampdoria». Come tutti sanno, poi Mancini sarebbe arrivato in una veste diversa, ma avrebbe fatto comunque la storia.
SOLDI, SOLDI, SOLDI – Per Moratti però, un solo giocatore è stato l’investimento dei sogni, quello per cui valveva la pena spendere, Ronaldo: «Perché ci ha aperto il mondo; era fortissimo, irraggiungibile per talento e velocità e nessuno pensava che ce l’avremmo fatta a prenderlo». E Ibrahimovic? «Ha doti straordinarie, ma soprattutto ti fa vincere. Ibrahimovic era stato grandissimo, ma non solo lui. Penso per esempio a Balotelli, che giocava all’ala. Mi spiace molto che stia attraversando un periodo così». Doveroso il capitolo Mourinho: «Mi ha sempre ricordato Herrera. Grande lavoratore, serio, scrupoloso, sempre pronto a difendere la società. E vincente. Sarebbe potuto tornare a Milano con la squadra, dopo aver vinto la Champions League, ma nessuno è perfetto». A chi gli risponde di non aver ceduto subito i campioni che avevano vinto tutto, Moratti però risponde sempre nello stesso modo: impossibile dare via che ha scritto la storia.
SAN FRANCESCO – Chiosa su Totti dunque, come vi anticipavamo: «Ero a Roma con il presidente Sensi, nel 2007; stavamo chiudendo per Chivu e gli buttai lì: se per caso vuoi cedere Totti, devi solo indicare la cifra. Ma lui senza nemmeno pensarci un secondo, mi aveva risposto di no». Con Thohir oggi nessun problema assicura Moratti, il rapporto è sempre sincero e cordiale, nonostante le ultime dimissioni. Perchè per Moratti… «Il calcio non è un’azienda. Non lo è in assoluto e non lo è a maggior ragione nel caso dell’Inter». Ed ora? Cosa ne sarà di Moratti? Lui assicura che troverà qualcos’altro che lo emozionerà alla grandissima. Come l’Inter? Noi ci crediamo poco, con tutto rispetto.