2013

Moratti e l’addio alla sua “pazza Inter”

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E’ un Moratti che afferma di non essere emozionato quello che si avvicina ai giornalisti prima dell’inizio di Inter – Livorno. Cerca di scherzare con loro, ma si avverte qualcosa di diverso nell’aria. Da venerdì, l’Internazionale FC sarà ancora più internazionale, passando nelle mani di Erick Thohir. Colui che ancora per qualche giorno sarà il Presidente afferma che “non c’è particolare emozione, spero di continuare a vedere le partite anche dopo” e si lancia in una piccola frecciatina contro Rafa Benitez, che qualche giorno fa lo aveva attaccato: “Può dire che è una questione di simpatia, visto che a Leonardo ho effettivamente comprato alcuni giocatori…”

 

AMALA – La curva Nord, intanto, saluta a modo suo Moratti, con cui ha avuto un rapporto controverso. Lo striscione esposto, applaudito da tutto San Siro, recita: “Le gioie più grandi, le sofferenze più imbarazzanti, 18 anni di gestione racchiusi in quelle 12 domande. Spesso l’abbiamo attaccata anche se mai l’abbiamo abbandonata. Nonostante tutto qualcosa ci accomuna, l’amore per l’Inter innegabile. L’essere troppo tifoso a volte è deleterio, ora attendiamo curiosi ma intanto grazie di tutto presidente, se lo merita. In fondo le abbiamo voluto bene”.

 

C’è SOLO UN CAPITANO- Nel frattempo, l’Inter sbriga la pratica Livorno senza impressionare, ma comunque mettendo “fieno in cascina” per una classifica che necessiterà di ben altre imprese per riprendere e tenere il ritmo di Roma, Napoli e Juventus. Si rivede anche il 40enne Javier Zanetti (primo acquisto di Massimo Moratti nel 1995) che ritorna dopo quasi 200 giorni, a dare tranquillità negli ultimi 10 minuti ad una squadra che in quel momento sembrava nervosa e con idee confuse.

 

Dopo il triplice fischio di Orsato, Moratti scende a salutare i giocatori, come ha sempre fatto negli ultimi 18 anni. Dalla prossima giornata, probabilimente, non toccherà più a lui ma ci sarà ancora un segno di continuità della sua era di successi incredibili e di clamorose sconfitte. Il suo capitano sarà ancora li in mezzo al campo, a dare l’esempio.

 

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