2015
Morata: «Innamorato della Juventus»
E su Allegri: «E’ un po’ Mourinho e un po’ Ancelotti»
Poteva trasferirsi in Bundesliga ed in Premier League, ma Alvaro Morata ha deciso di sposare il progetto della Juventus, che non gli fa mancare nulla, anzi ha sempre qualcuno pronto a dare una mano e dirigenti sempre molto vicini alla squadra. Lo ha rivelato l’attaccante stesso, che ha spiegato la sua scelta: «Io non ho scelto l’Italia, ho scelto la Juventus. E non me ne pento. Entro allo stadio, mi guardo attorno e ovunque vedo appese le foto dei fenomeni che sono passati da questo club: giocatori eccezionali, fuoriclasse, leggende pure. Ragazzi, qui sono dentro la storia del calcio, qui posso migliorare come in poche altre parti al mondo. Voi stessi siete a volte troppo critici. E in ogni modo la bellezza della Serie A è appunto anche nel suo tatticismo. Tevez mi ripete spesso che l’Italia è l’università degli attaccanti. Ha ragione lui: qui diventi giocatore vero, sotto ogni punto di vista. E’ un’occasione unica per me», ha spiegato lo spagnolo ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
IL GRUPPO – Morata, che non vede l’ora che arrivi il momento di Juventus-Milan, una sfida che ha paragonato al Clasico, ha parlato poi della corsa verso lo scudetto: «E’ troppo presto. Di certo, questo è il momento di allungare il più possibile, perché la Roma è fortissima e presto ripartirà su ritmi eccezionali. I giallorossi hanno qualità uniche, giocatori esperti, e sarebbe da ingenui sottovalutarli», ha dichiarato Morata, che poi ha descritto i punti di forza dei bianconeri: «Un gruppo eccezionale, unito anche fuori dal campo. Sembra davvero una famiglia, coi più esperti sempre pronti a dare il consiglio giusto, l’incoraggiamento che serve. In questo senso, sono eccezionali Gigi Buffon e Andrea Pirlo, esempi di professionalità e compagni divertentissimi nella vita di tutti i giorni. Trasmettono serenità, tirano fuori il meglio dallo spogliatoio». Ed, infatti, non sente alcuna rivalità con l’amico Fernando Llorente: «Uno che ho sempre ammirato. Non potrei mai parlare male di Fernando, amico vero». E poi lancia un messaggio per il finale di stagione e il futuro: «Se la fortuna mi assisterà dal punto di vista fisico, d’ora in poi vedrete il vero Morata. Sono sempre cresciuto alla distanza in queste mie prime stagioni da professionista. E migliorerò anche dal punto di vista realizzativo: potevo segnare molto di più, a prescindere dai minuti giocati. A volte ho incontrato portieri in giornata di grazia, ma altre volte ho sbagliato io».
GLI ALLENATORI – Morata ha avuto la fortuna di esser stato allenato da Josè Mourinho e Carlo Ancelotti, di cui ha parlato prima di descrivere Massimiliano Allegri: «Mourinho? Da lui ho appreso la ferocia. Per lui non esisteva niente al di là della vittoria. Non importa come, ma bisogna fare risultato: questa è la sua ossessione. Ancelotti? Un tecnico sereno, molto attento nel preparare partita. Aveva bei modi, ma non per questo era meno efficace nel trasmetterci la giusta carica. Diciamo che a Madrid era ciò che serviva dopo il ciclone Mourinho. Allegri? Il mister è un po’ Mourinho e un po’ Ancelotti. E’ molto sereno quando serve, ma lo vedi cattivo come pochi in certi momenti: lo si avverte in campo, lotta con la squadra anche dalla panchina».
IL FUTURO – E poi tranquillizza i tifosi circa il suo futuro: «Non penso proprio a un’altra squadra, mi sono davvero innamorato della Juve e vorrei fare gran parte della mia storia in bianconero. E poi non posso dimenticare che la Juve è stata la prima a cercarmi, e lo ha fatto concretamente fin dalle prime battute. Non ero felicissimo a Madrid, non trovavo molto spazio, eppure la Juve mi ha trattato subito da giocatore importante. Ha investito parecchio, nonostante non fossi reduce da una stagione da 25 reti. Sono cose che contano, lasciano il segno. Insomma, con tutto quello che hanno fatto per me non posso avere altri pensieri…». Nel futuro, però, c ‘è anche la sfida di Champions League contro il Borussia Dortmund, la cui crisi nera in Bundesliga significa poco per l’attaccante: «Non ci sono dubbi che la situazione in campionato possa lasciare qualche segno all’interno del gruppo, però in generale temo parecchio l’orgoglio del Borussia Dortmund. E comunque da qui alla nostra doppia sfida le cose potrebbero anche cambiare. Il valore del Borussia non va misurato in base a questi sei mesi, ma agli ultimi tre anni, stagioni che hanno visto Klopp e i suoi ragazzi sempre fra le grandi d’Europa».