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Monza, Palladino: «Non ho parole, ringrazio tutti, dai giocatori allo staff»

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Raffaele Palladino

Le parole di Raffaele Palladino dopo la vittoria del Monza contro l’Inter a San Siro: «La dedica è per il presidente»

Raffaele Palladino ha parlato ai microfoni di Sky Sport dopo la vittoria del Monza contro l’Inter. Di seguito le sue parole.

VITTORIA – «È stata una partita incredibile, emozionante. Venire qui e giocare contro questa Inter che veniva da tante gare ma ci teneva a far bene soprattutto dopo la Champions, volevano vincere. Noi abbiamo fatto una grande gara, abbiamo sfruttato bene le poche ripartenze. Sono fiero di questi ragazzi: siamo entrati nella storia, vincere a San Siro è bellissimo. Voglio ringraziare i ragazzi, lo staff, la società, tutti».

GALLIANI E BERLUSCONI – «Con Galliani parliamo spesso, ogni giorno. Ci teneva in modo particolare, mi aveva confessato che gli sarebbe piaciuto fare punti a San Siro che a lungo è stata casa sua. Lui ha detto parole molto emozionanti alla squadra. Chi meglio di lui poteva dare questa carica? Questa vittoria è dedicata a lui e al presidente Berlusconi».

SENSI – «Ha sentito un leggero fastidio muscolare e abbiamo preferito farlo uscire. Mi auguro non sia nulla di grave perché stava ritrovando la forma fisica. Pessina ho avuto il piacere di conoscerlo da calciatore, nello Spezia abbiamo giocato insieme. Lui a 20 anni era già maturo. È un giocatore straordinario. È competitivo, sa giocare a calcio nelle due fasi. È sottovalutato per l’intelligenza calcistica che ha, lo puoi mettere ovunque, è un calciatore universale».

TRAGUARDI – «Quando ti trovi in queste situazioni di classifica, la salvezza è raggiunta ma davanti non puoi ambire a molto. Noi vogliamo fare più punti possibili, non ho dato una posizione, dobbiamo fare il massimo. Se finiscono in una posizione di classifica più alta ogni singolo ragazzo prende valore. Ognuno di noi deve alzare l’asticella».

PERCORSO DA ALLENATORE – «Non so se sono bravo o meno, cerco di fare del mio meglio. Io ho iniziato a studiare gli allenatori che avevo. Già nel 2014/15 col Crotone di Juric, che mi coinvolgeva, mi ha aperto un mondo. Ho avuto dei grandi maestri come Gasperini. Questo credo sia il lavoro più bello del mondo».