2017
C’è crisi, c’è crisi dappertutto: tensione al Milan tra Mirabelli e Montella
Montella-Mirabelli-Milan: un asse che scotta per i rossoneri. La dirigenza sembra aver perso un po’ la pazienza con il tecnico e ci sono segnali tutt’altro che incoraggianti
Sull’asse Montella-Mirabelli-Milan si muove il futuro dei rossoneri. Vincenzo Montella è a rischio dopo il pareggio con l’AEK e col Genoa si gioca tutto. Il Milan rischia l’ennesima stagione terribile e la dirigenza non ci sta, perché mai come quest’anno è di vitale importanza tornare in Champions League. Massimiliano Mirabelli è invece la cartina di tornasole del malcontento del popolo milanista. Parla poco e lo fa solo in situazioni precise, evidentemente Milan-AEK era una di quelle: le sue parole non sono passate in secondo piano, ma hanno scosso l’ambiente. Inoltre ha seguito la gara in panchina al fianco di Montella, anche questa una rarità. Probabilmente voleva dare il suo apporto alla squadra, ma magari l’ha solamente caricata di responsabilità. Mirabelli è rimasto impietrito per novanta minuti e il suo volto è stato indicativo. Il suo silenzio a fine gara è stato molto più rumoroso di quanto si possa pensare; ha parlato Montella, ma ha convinto pochi tifosi. Insomma, la tensione non è mai stata a questi livelli.
MIRABELLI AVVERTE:”Montella? Tutti abbiamo un tempo limitato” Milan vs AEK 0-0 19/10/17 https://t.co/5pnmpnVx6J
— Milan Club Pazzagli (@LameziaPazzagli) 19 ottobre 2017
Il trittico Montella-Mirabelli-Milan, la tensione e la crisi
Prima al Milan si viveva con una sorta di fiducia interna che ha permesso a Montella di preparare le ultime quattro sfide post-Marassi. Per inciso sono arrivati il pari di ieri, due sconfitte e una vittoria deludente. Dopo lo 0-0 con l’AEK, la fiducia interna pare essere venuta meno. Forse Montella si beava della tranquillità della dirigenza e non è riuscito a dare alla squadra il carattere necessario per affrontare il momento più duro della stagione. L’indolenza di Montella è stata protagonista e il tecnico ha mostrato il suo lato debole, ovverosia l’incapacità di leggere il momento e le partite. Il difetto dell’Aeroplanino è stato quello di non essere mai stato bravo a cambiare in corsa, i medesimi errori del suo primo Milan vengono ripetuti anche adesso che sono cambiati praticamente tutti i giocatori. Non è una questione di modulo e, se si vuole, non è neppure un problema di preparazione atletica. Il Milan è in bambola, gioca in ciabatte per gran parte della partita e sembra sempre sul punto di prendere gol appena gli avversari sono in possesso di palla. Stando a Marco Fassone e a Massimiliano Mirabelli le occasioni per cambiare, Montella, le ha avute ma non le ha sfruttate. Adesso invece tutto è differente: a cambiare potrebbe essere la panchina del Milan.