Editoriale

Mondiali ogni due anni, la nuova (inutile) lotta di potere tra FIFA e UEFA

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Dopo scontri e incomprensioni sul caso Super League, ecco che tra FIFA e UEFA si scatena la nuova lotta sull’ipotesi Mondiali ogni due anni

Ci mancava solo più un bel dibattito sui Mondiali ogni due anni. Acceso, oltretutto, che rischia di polarizzare le posizioni di FIFA e UEFA nel duello dei prossimi mesi, probabilmente anni. I due massimi organismi del calcio mondiale dunque si ritrovano nuovamente ai ferri corti. E ormai non è più una novità.

Sono trascorse poche settimane da quella primavera pazzerella nella quale si scatenò il pandemonio Super League. La forte condanna della UEFA fu sostanzialmente immediata, un pochino più morbida fu invece la presa di posizione della FIFA, comunque contraria. O almeno di facciata perché le voci di un presunto sostegno nell’ombra hanno rischiato di far deflagrare un’altra bomba.

Ora il nuovo terreno di battaglia, quello della kermesse iridata a cadenza biennale che in realtà sembra riscontrare numerosi favori. Il Technical Advisory Group avrà il compito di studiarne la fattibilità, valutando in particolare una rinnovata formulazione dei calendari. All’interno dell’equipe di lavoro calciatori e tecnici da tutto il mondo, con Arsene Wenger frontman del plotone.

Al fianco di Gianni Infantino cresce il consenso sull’argomento: tra gli ultimi a esprimersi in merito anche l’ex fuoriclasse dell’Inter Ronaldo il Fenomeno che in un post social ha parlato senza mezzi termini di un’idea perfetta per “evolvere”.

Sul fronte opposto, il Presidente della UEFA Ceferin ha seccamente criticato il nuovo indirizzo della FIFA: «Giocare un torneo di un mese ogni estate sarebbe dura per i giocatori. La Coppa del Mondo vale tanto proprio perché si gioca ogni quattro anni e tutti la aspettano. Come le Olimpiadi. Noi non sosteniamo il Mondiale ogni due anni e spero che la FIFA torni in sé. Per la UEFA potrebbero esserci benefit finanziari, ma il problema è che uccideremmo il calcio. E i giocatori».

Insomma, l’ennesimo gioco di potere di cui probabilmente nessuno sentiva la necessità. Anche perché in un mondo del calcio a incombente rischio default e contraddistinto da infinite incongruenze (ogni riferimento al fair play finanziario non è puramente casuale), ragionare su Mondiali ogni due anni non pare certo una priorità.

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