Calcio Femminile
Mondiale femminile: quali scorie lascia all’Italia la sconfitta per 5-0?
Mondiale femminile, ecco quali scorie lascia all’Italia la sconfitta per 5-0 al Mondiale contro le svedesi
La secca sconfitta dell’Italia contro la Svezia non pregiudica l’accesso agli ottavi di finale del Mondiale. «Ora c’è da vincere l’ultima partita con il Sudafrica, ma lo sapevamo che si sarebbe deciso tutto all’ultima giornata. Possiamo farcela»: questa è la valutazione in estrema sintesi della Ct Milena Bertolini, che invita a non fare calcoli, anche se potrebbe bastare pure un solo punto se l’Argentina non va a conquistarne 3 con la Svezia (già qualificata). La debacle di ieri rischia soprattutto di erodere quel capitale d’entusiasmo guadagnato con la prima gara. Ne è spia l’esiguo spazio guadagnato dalle ragazze oggi sui quotidiani sportivi. Solo Tuttosport le ospita in prima pagina, scrivendo di «doccia svedese».
Su cosa si concentra l’analisi sui giornali? Ecco tre spunti.
1) Non c’è confronto. Sul Corriere dello Sport Lorenzo Scalia legge in modo molto netto il 5-0 incassato: «La Svezia al momento è fuori dalla portata dell’Italia, che comunque è ancora dentro il Mondiale». Ne discende un sospetto che circola un po’ ovunque: si può anche approdare alla fase a eliminazione diretta, ma coltivare sogni troppo ambiziosi sarebbe fuori luogo. C’è il precedente degli azzurrini di Bollini dell’Under 19: brutalizzati anche loro con 5 reti dal Portogallo, quando l’hanno ritrovato in finale si sono presi la rivincita…
2) Il problema è il come. Su La Gazzetta dello Sport, Alessandra Bocci pone l’accento non tanto sull’entità del ko, ma sul come sono maturati i colpi che l’hanno determinato: «Cinque gol, tre in fotocopia, una sofferenza costante sulle palle inattive e un campanello d’allarme: le azzurre giocano bene, tengono palla, ma fisicamente sono ancora lontanissime dalla élite mondiale».
3) Le scelte di formazione. Critiche a Milena Bertolini sono arrivate dal Corriere della Sera, a firma Gaia Piccardi, che ha sottolineato come i cambi non abbiano inciso nel ridurre «il disordine costituito» e si è chiesta il perché sia rimasta in panchina Cristiana Girelli, che aveva deciso la sfida inaugurale con l’Argentina. La prossima gara, anche su questo, dovrà dare risposte. Le lacrime viste sul volto di alcune ragazze sono la spia di un’umiliazione vissuta, non facile da resettare.