2017

Monchi: «Presto un trofeo a Roma! Totti è un professore»

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il ds Monchi ha risposto alle domande dei tifosi romanisti sul mercato e sul suo lavoro insieme a Francesco Totti

Il direttore sportivo della Roma Monchi ha risposto ad alcune domande fatte dai tifosi giallorossi sul mercato e sui suoi primi mesi di lavoro nella Capitale. Le risposte sono state raccolte in un video e riportate dal sito ufficiale della società. Ecco alcuni dei passi più rilevanti delle parole di Monchi:

Quando pensa di poter vincere qualcosa di importante alla Roma?
«Spero presto, il prima possibile! Lo dico dal primo giorno, è qualcosa che ho sempre in testa. Lo penso quando vado a letto e quando sono nel mio ufficio. Voglio un giorno conquistare quello che sognano tutti i romanisti. È il mio leitmotiv, la mia motivazione principale: far sì che i romanisti possano gioire per un titolo».

L’ambiente romano viene sempre descritto come un ambiente difficile in cui lavorare. A distanza di qualche mese dall’inizio del suo incarico si sente di smentire o di confermare queste voci?
«La Roma è un grande club. Roma è una grande città dove tutto ha una risonanza maggiore e dove le ripercussioni sono sempre amplificate. Conseguentemente ci sono molte più pressioni. Non mi sono sorpreso di quello che ho visto quando sono arrivato qui. Quando ho deciso di venire alla Roma non pensavo di trovare un club dove sarebbe stato tutto tranquillo. Il calcio è pressione, è esigenza, così come lo è la Roma. E credo che sia una cosa positiva. Dobbiamo essere ambiziosi e sentire la pressione dei tifosi, dei mezzi di comunicazione. Questo ci deve spingere a essere migliori».

Quanto è importante aver mantenuto in rosa dei pilastri come Nainggolan, Strootman e De Rossi?
«Non solamente loro. Non solo Kevin, Radja e Daniele. Ma anche giocatori come Edin, Perotti, El Shaarawy. Credo che il mercato non sia solamente comprare o vendere giocatori. C’è un “terzo” mercato che consiste nell’essere in grado di trattenere giocatori importanti che possano fungere da guida ai giocatori che arrivano e a quelli che sono già presenti in squadra. Radja, Kevin e Daniele ne sono un esempio. Era uno dei miei obiettivi quando ho iniziato a lavorare per la Roma e sono soddisfatto di essere riuscito a farli rimanere».

Perché non avete ritenuto necessario l’acquisto di un altro centrale di difesa visto che la Roma dovrebbe giocare in tre competizioni?
«Abbiamo valutato tutte le possibilità e abbiamo constatato che con i cinque centrali presenti in rosa, Leandro Castan, Kostas Manolas, Juan Jesus, Federico Fazio e Hector Moreno, siamo coperti per disputare le tre competizioni. L’ho già detto in passato, la rosa è sempre migliorabile. Ma considerate le circostanze, le possibilità economiche e sportive e il numero di giocatori a nostra disposizione, abbiamo ritenuto di essere pronti per affrontare le tre competizioni».

Salve direttore, come si trova a lavorare al fianco di Totti?
«Credo sia il sogno di ogni romanista e io ho la fortuna di farlo. Francesco è un libro aperto per quanto riguarda la storia e la conoscenza della Roma, la conoscenza dei tifosi, della stampa, della città. È come se stessi frequentando un master sulla Roma con il miglior professore sulla piazza».

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