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Italia, la madre di Kean: «Lo chiamo Mosè, la Juventus lo ha reso uomo»

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Intervista a Isabelle, la madre della nuova stella azzurra Moise Kean: dalle origini del nome, ai sacrifici di famiglia nei primi anni a Vercelli, prima dell’approdo alla Juventus…

La stella di Moise Kean brilla forte dopo il gol rifilato in Nazionale alla Finlandia che è andato a completare un elenco di record sempre più corposo ed importante. L’attaccante della Juventus è senza dubbio l’uomo del momento, nonostante la giovanissima età, anche per la storia particolare alle spalle. A raccontarla meglio la madre Isabelle, intervistata stamane da Tuttosport: «Giovanni (l’altro figlio, ndr) è nato nel 1993 e Mosè nel 2000. Sa perché noi il piccolo di casa lo chiamiamo così? Perché la sua nascita è stata un miracolo. I dottori mi avevano detto che non avrei potuto avere altri figli, io piangevo e pregavo. Una notte ho sognato Mosè, era venuto per aiutarmi e dopo quattro mesi sono rimasta di nuovo incinta».

L’approdo di Kean in bianconero è stata una svolta, anche e soprattutto dal punto di vista economico, per la sua famiglia di origini ivoriane trapiantata a Vercelli: «In casa di soldi ne entravano pochi. Mi ha chiamato alle cinque e mezza di notte, io stavo andando al lavoro. Mi sono spaventata, pensavo che gli fosse successo qualcosa. Invece mi dice: “Mamma, c’è una sorpresa per te”. Io gli ho risposto: “Non dirmi che non hai firmato con la Juve”. E lui: “No, mamma, ho firmato e tu da oggi non lavori più e vieni a vivere a Torino con me”». Moise, spiega Isabelle, è instancabile con il pallone anche quando è a casa e il calcio è la sua ragione di vita, diventato ora anche un lavoro grazie al supporto della Juventus: «Lo hanno accolto che era un bambino e me lo hanno trasformato in uomo. Lo hanno fatto studiare e allenare, lo hanno svezzato: non solo in campo ma anche nella vita fuori. Gli hanno fatto da padre».

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