2014

Mistero Napoli e Garcia travolto

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L’eredità lasciata dalla sfida tra Napoli e Roma

SERIE A NAPOLI ROMA – I fatti raccontano di un 2-0 che va stretto agli uomini di Benitez: il Napoli ha letteralmente strapazzato la Roma sul piano della prestazione lasciando ai giallorossi qualche minuto di supremazia nel possesso palla e poco altro. Occasioni create in serie, due gol, due legni e tanto spreco negli ultimi metri: una prova straripante che come sottolineato dal tecnico spagnolo è il miglior tributo possibile alla memoria dello sfortunato Ciro Esposito.

PARTENOPEI MOSTRUOSI – Benitez ha fiutato il momento complesso della retroguardia giallorossa: Maicon out – il brasiliano avrebbe quantomeno costretto Insigne a pensare anche in termini di fase difensiva – e pacchetto centrale dimezzato dalle assenze di Astori e Castan. Con Manolas in condizioni tutt’altro che perfette: aggredire questa Roma si sarebbe tradotto nella certezza di creare una mole di occasioni importante e nell’altissima probabilità di trovare la via del gol. Che, come già anticipato, casualmente è stata intrapresa in due sole occasioni. Gara dunque impostata in chiave prettamente offensiva e tutta sulla rapidità d’esecuzione: gli uomini di Garcia non hanno retto. La partita perfetta del Napoli acuisce il rimpianto per i punti lasciati per strada: su tutti la sconfitta interna con il Chievo e le due vittorie clamorosamente mancate sui campi di Inter ed Atalanta. Una maledizione costata caro: partenopei già costretti ad inseguire i piani alti della classifica ben oltre i loro (evidenti) demeriti e limiti strutturali.

GARCIA ALLE CORDE – La sensazione fortissima in capitolo Roma è che certe dichiarazioni un tantino decontestualizzate del suo allenatore siano state pagate a peso d’oro: la vittoria dello scudetto data per certa ed alcuni atteggiamenti poco posati hanno elevato a dismisura il livello di autostima generale senza che però lo stesso sia poi stato sostenuto dalle garanzie dei risultati. Di fatto la bella Roma di inizio stagione, ad eccezione della trasferta di Manchester, quando ha beccato una squadra alla sua altezza ha sempre perso: allo Juventus Stadium ed al San Paolo in campionato, in Champions League con il Bayern Monaco. Giocando alla pari con i campioni d’Italia ma subendo oltremodo sul piano della prestazione nelle due altre occasioni: in un ambiente che ti sostiene come nessun altro quando le cose girano per il verso giusto ma che puntualmente ti scarica se lo scenario si inverte ecco come la Roma sia già costretta a darsi risposte a domande che si è posta da sola.

FUTURO – Se della Roma s’è detto resta da analizzare quanto possa accadere in casa Napoli: azzurri ancora una volta squadra più instabile e di conseguenza illeggibile del torneo. Gli uomini di Benitez sono in grado di esibirsi come accaduto al San Paolo contro la Roma – fornendo una prestazione totale che va ben oltre un risultato apparentemente normale – ma anche di buttare via tutto con una serie di leggerezze non concepibili se l’obiettivo è quello di vivere a determinati livelli. Koulibaly l’esempio più nitido in tal senso: letteralmente spaventoso ieri, autore di diversi errori singoli che hanno condizionato il cammino partenopeo in questo tormentato avvio di stagione. Dove sta la verità? E dov’è la verità di un Insigne in evidente crescita sul cammino della consapevolezza di un nuovo ruolo? E Rafael è quello sicuro ammirato con la Roma o quello tremolante delle gare precedenti? Il centrocampo saprà confermarsi allo stesso tempo schermo della difesa e supporto alla costruzione offensiva o mancherà come già accaduto? Come vedete gli interrogativi sono infiniti e si potrebbe continuare ulteriormente. Le risposte deve darle il Napoli con un imperativo: non guardarsi alle spalle. Quel che è stato è stato: il resto lo dirà il campo ed un campionato che potrebbe rivelarsi più equilibrato rispetto ai recenti standard. Ma lasciamolo ancora un condizionale.

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