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Vino russo buono, qualità eterna: la redenzione di Aleksey Miranchuk all’Atalanta
La rinascita di Aleksey Miranchuk: da oggetto misterioso a giocatore in grado di alzare la qualità offensiva dell’Atalanta
Prima era un vino ritrovato dall’Atalanta in cantina dopo mesi di polvere dove a malapena si faceva fatica a trovargli posto a tavola, ora guai se quel vino rosso, anzi, russo, viene a mancare di fronte a portate di qualità. Aleksey Miranchuk è la dimostrazione che non è mai troppo tardi per riuscire a far parte di un gruppo, per quanto la famosa etichetta di “vice Ilicic” sia rimasta al 2021 in una situazione dove serviva tempo, pazienza e anche esperienza per riuscire a tirare fuori il meglio di sé: senza dimenticarsi che nel mezzo ci sono stati problemi fisici, extracampo e un contesto atalantino dove, soprattutto, nel 2021/2022, si faceva grande fatica.
La sua all’inizio sembrava una stagione di passaggio: prestazioni da compitino senza dare una vera e proprie impronta, dove nel mezzo ci sono stati i disastri di Udine e Torino dove il futuro non poteva non essere segnato. Per risollevare la china serviva una scossa che puntualmente è arrivata: l’assist per il tacco di Muriel, il goal con la Salernitana e altro assist in quel di Rakow.
L’esplosione vera però arriva ieri sera in Coppa Italia: costruisce, delizia, salta l’uomo, fa goal con un sinistro delicato e per poco non fa esplodere lo stadio con un colpo di tacco finito sulla traversa, prima utilizzarlo nuovamente a favore di De Ketelaere. Uno spunto interessante dove il numero 59 si dimostra chiave del gioco tra trequarti e falso nueve (dove ha dimostrato il meglio di sé), avendo gli spazi necessari per fare ciò che vuole, dettando i ritmi della gara.
Con Lookman fuori causa Coppa d’Africa si è aperta una porta per Aleksey, in grado di avere più chance per prendersi in mano la squadra, a patto che ci sia continuità (che si sta riscontrando in queste due gare): esplodere nella singola partita è facile, mantenere quel ritmo è da campioni. Sta di fatto che Miranchuk è un trequartista ritrovato, rispettando le attese di quando fu comprato quattro anni fa: dove ora alla tavola dell’Atalanta è impossibile fare a meno, insieme alle altre bottiglie di qualità.