2015

Minotti: «Farsa Parma, Manenti mitomane»

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L’ex capitano dei ducali lascia una porta aperta come futuro d. s.

Lorenzo Minotti da Cesena a Parma ha lasciato un pezzo di cuore. L’ex difensore con i ducali ha giocato la bellezza di nove stagioni, dal 1987 al 1996, mettendo insieme oltre 300 presenze. Adesso che il club emiliano rischia seriamente di sparire dal calcio che conta, Minotti, attualmente commentatore per Sky Sport, prova tanto rammarico. L’ex capitano gialloblu, fino ad un paio di stagioni fa direttore sportivo del Cesena, intervistato oggi da Tuttosport, mette in campo tutte le proprie sensazioni. Tu chiamale, se vuoi, emozioni. 

L’EX CAPITANO – Così Minotti: «La cosa più brutta è l’umiliazione inflitta alla maglia e alla città, la farsa che si sta recitando con una serie di personaggi che Parma e il Parma non meritavano». Appena un paio di anni fa, eppure, tutto sembrava normale: «Non c’erano segnali particolari, se non un po’ di fatica che purtroppo in Italia fa qualsiasi club. Oltretutto c’erano stati investimenti sul centro sportivo, sembrava una società che pensava al futuro». Quando la situazione è precipitata? «Il primo campanello d’allarme è stato l’enorme numero di tesseramenti. Da dirigente mi chiedevo quale fosse la strategia. Poi Apolloni, scelto nel 2013 come allenatore del Gorica, la società slovena appena entrata in orbita Parma, mi aveva parlato di una gestione disastrosa. E in estate vari giocatori del Parma prestati ad altri club mi hanno raccontato di un mondo sommerso, di incentivi all’esodo mai pagati». Da qui, l’arrivo di Taci e soprattutto di Giampietro Manenti, definito da Minotti un “mitomane”

FUTURO CUPO – Per Minotti vigilare era d’obbligo e dovrà esserlo in futuro. A proposito di futuro, che ne sarà del Parma? «Ci sono due strade: il fallimento e la Serie D, oppure i giocatori, assieme alle istituzioni e a qualcuno che ha un progetto potrebbero trovare una via per ripartire almeno dalla Lega Pro». Lui si propone come direttore sportivo? «Io sono abituato a guardare al concreto: spero solo che finisca l’umiliazione». Lo sperano tutti. 

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