Champions League
Milito: «Lautaro fa giocare bene tutti, Thuram decisivo già al primo anno in Italia: che coppia!»
Le parole di Diego Milito, stella dell’Inter del triplete, in vista della partita di questa sera con l’Atletico Madrid
Diego Milito è stato l’eroe del Triplete interista ed è argentino. L’uomo giusto per addentrarsi nella sfida di stasera tra l’Inter di Lautaro e l’Atletico Madrid di Simeone. Ecco la sue parole a La Gazzetta dello Sport.
L’ACQUISTO DI LAUTARO – «Semplicemente l’Inter è stata più brava e pronta a prenderlo. Quando sono entrato nella dirigenza Racing, le discussioni erano avanti con l’Atletico: ballavano un paio di milioni, non di più. Ho chiamato Javier Zanetti perché sapevo che anche loro lo seguivano e a quel punto hanno accelerato. Ausilio è venuto qua e abbiamo chiuso. Non penso di aver fatto niente per spingerlo da una parte o dall’altra, ma sono comunque contento che sia andata così».
THURAM PARTNER IDEALE – «É stato un feeling spontaneo, immediato, come capita a volte ai grandi giocatori. É sempre Lautaro, però, che fa sentire comodo l’altro attaccante al suo fianco: era così con Dzeko e Lukaku, è così anche con Thuram. Il Toro potere possiede questo potere magnifico, ma anche Marcus ha qualcosa di straordinario dentro: essere così decisivi nel primo anno in Italia è molto raro».
SIMEONE – «Non ho giocato né con lui né per lui. Ma da argentino ho una stima infinita. Poi ci unisce l’amore per il Racing: a differenza mia, di Lautaro e anche di De Paul, lui non è cresciuto nel nostro settore giovanile, ma è un gran tifoso. Ha realizzato il sogno di giocare con la nostra maglia nell’ultimo anno di carriera e poi da lì ha subito allentato la prima squadra».
LA PREFERENZA PER LA STELLA – «Sì, vedo questa “ossessione” per il campionato ed è anche normale perché questo titolo è speciale, storico. Ma l’Inter deve giocare al massimo in ogni competizione: ha tutto per arrivare in fondo anche in Europa».
IL SEGRETO DELL’INTER – «Si è raggiunto un livello stratosferico grazie al collettivo, ma c’è un pezzo del puzzle che permette di incastrare tutti gli altri. Per me è Calhanoglu, insostituibile».
SOMIGLIANZE COL TRIPLETE – «Epoche diverse, squadre diverse, inutile paragonare. Certo, si respira una bella atmosfera come ai miei tempi e anche adesso la qualità non manca».