2018
Il rimpianto del Napoli di Sarri: aver preferito uno spento Mertens a un pimpante Milik
Il ritorno di Milik poteva essere sfruttato meglio da Sarri? Per l’ennesima volta l’ingresso del polacco al posto di Mertens ha rinvigorito un Napoli spento
Il Napoli vince a Genova con la Sampdoria e Arek Milik trova il quarto gol in campionato in quattordici partite. In totale il polacco ha giocato 371 minuti, che sarebbero poco più di quattro partite da 90 minuti. Il rapporto tra minuti giocati e gol è incredibile, così come il suo impatto nell’attacco del Napoli, proprio nel momento in cui Dries Mertens ha tirato il freno a mano. Considerando che Milik ha giocato da titolare due partite su quattordici (di cui una a Verona a agosto, un mese prima dell’infortunio), viene da porsi una domanda: il rientro del centravanti poteva essere sfruttato meglio da Sarri? Probabilmente sì.
Con i se e con i ma non si fa la storia, ma è innegabile che, nonostante lo stato di forma di Milik, Sarri gli abbia preferito spesso un Mertens spento e incapace di far gol. In un momento decisivo per il campionato, il polacco ha segnato contro il Chievo, con l’Udinese e ha cambiato il volto della partita con la Sampdoria. Forse Sarri avrebbe dovuto far ricorso all’ex dell’Ajax un po’ più spesso e non concedergli al massimo mezz’ora in ogni occasione. Certo, Milik non è il salvatore della patria e anche lui può sbagliare – vedi l’errore a San Siro -, ma la sensazione è che la sua fisicità potesse essere un punto di riferimento migliore di Mertens nella fase finale della stagione.