Nove italiani in campo contro i biancocelesti, di cui cinque cresciuti nel club. Numeri che inorgogliscono la società rossonera sempre attenta a lanciare giovani italiani

La resurrezione del Milan è stata propiziata anche da un rilancio in grande stile di un fattore tanto caro all’ex presidente Silvio Berlusconi. Quel “Made in Italy” che imponeva ai propri allenatori anche a costo di andare contro il loro credo tattico. Domenica sera a San Siro contro la Lazio sono stati ben 7 i titolari nazionali: Donnarumma, l’intera difesa composta da Calabria, Bonucci, Romagnoli e Antonelli, Bonaventura a centrocampo e Cutrone in attacco. A partita in corso sono subentrati Borini per Suso e Abate per Antonelli. La cura Gattuso funziona alla grande come dimostrano i 6 punti recuperati all’Inter e la possibilità di concludere un campionato quantomeno dignitosamente.

La dimostrazione che Gattuso sia sulla strada giusta è rappresentata dalla buona prova offerta da Antonelli, all’esordio stagionale. Il terzino sinistro non ha fatto rimpiangere lo squalificato Rodriguez. Anche Davide Calabria non ha sfigurato nella vittoria contro i biancocelesti, lui che è l’emblema del lavoro accurato portato avanti dal Milan nel settore giovanile. Dei nove giocatori utilizzati domenica pomeriggio, ben cinque provengono dalla cantera rossonera che ormai ogni anno produce uno o due elementi per la prima squadra come il recente caso di Zanellato in prestito al Crotone. Dei 26 elementi presenti in rosa ben 15 sono italiani: da Donnarumma all’esperto Marco Storari, dal sfortunato Andrea Conti al tenace Locatelli (richiesto da mezza serie A). Senza dimenticare Montolivo, l’ex capitano rossonero attualmente relegato in panchina per far posto al costosissimo Biglia.