2016

Milan, Lippi dietro l’affare con Jack Ma?

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La cordata cinese punta sull’ex ct come direttore tecnico

Presto Silvio Berlusconi deciderà se tenere il Milan o cederne la maggioranza. Ha preso consistenza l’offerta di una cordata cinese nelle ultime settimane: è stata garantita affidabilità economica e riservatezza. La prossima settimana Pasquale Cannatelli, amministratore delegato di Fininvest, riceverà le garanzie bancarie all’offerta di 700 milioni di euro per il 51% o più del club rossonero (si parla del 70% e la scalata sarebbe completata entro un anno). Secondo alcuni la due diligence sarebbe in pieno corso, per altri invece sarebbe già terminata. Sono giorni tristi per il presidente, che ha portato il Milan sul tetto del mondo e ora deve decidere se lasciare la leadership. La caccia all’acquirente si è scatenata da tempo: ci sarebbero Alibaba, leader mondiale dello shopping on line, e Whampoa, gruppo emergente nel mondo delle telecomunicazioni che sta gestendo la fusione tra la 3 e la Wind. Se da un lato Fininvest spinge per definire la questione in tempi brevi, dall’altra Berlusconi frena per capire cosa succede alle prossime elezioni amministrative e valutare anche il futuro di Forza Italia.

RIVOLUZIONE – Il tempo, però, stringe e l’Associazione Piccoli Azionisti del Milan oggi chiederà chiarimenti sull’ultimo esercizio di bilancio del club, che si è chiuso con un passivo di 89,3 milioni di euro. Non è la prima volta che alcuni piccoli azionisti fanno rimostranze per la gestione della società. L’avvocato Giuseppe La Scala, uno dei fondatori dell’associazione, ha tuonato a Tuttosport: «Il Milan, tecnicamente, è una società fallita. Mi spiego: vengono comunicati sempre i conti in rosso a fine anno e questa cosa non si potrà più fare quando il Fair Play Finanziario sarà vigente. Bisogna avere meno costi e più ricavi. Inoltre, la riforma della legge Melandri sui diritti tv, rischia di far ridurre ulteriormente gli introiti del club per quel che riguarda proprio quella voce di ricavo. Vogliamo sapere se c’è un programma di riconversione della società, se c’è un piano di rilancio sotto tutti i punti di vista. Se questo non dovesse esserci, allora saremmo davanti alla prova provata che il Milan è in fase di vendita. Nessuna società può essere abbandonata a sé stessa, senza che nessuno si preoccupi di cambiare rotta. Fininvest non può mettere 100 milioni ogni anno per coprire i debiti, oltre agli investimenti, e nessuno degli amministratori si preoccupa di come cambiare le cose. Mi auguro che oggi arrivino delle risposte chiare. Ormai ci sono tifosi che tifano contro questa proprietà. Cessione? Guardiamo con interesse a quelle che sono le vicende. Stavolta sembra seria a differenza di quella legata alla società di Mister Bee. È’ inconcepibile che un imprenditore metta sul piatto mezzo miliardo per avere la compagnia di Berlusconi e Galliani. Speriamo che lascino la mano in caso di offerte serie, hanno fatto il loro tempo».

IL PROGETTO – La cordata cinese ha le idee chiare per il futuro: vuole Marcello Lippi alla guida del Milan. Jack Ma, che è proprietario di Alibaba e Guangzhou Evergrande (ve lo abbiamo presentato ieri), potrebbe diventare il direttore tecnico del club rossonero, occupandosi di tutta l’area sportiva. E non è da escludere che sia stato proprio lui, insieme al figlio-manager Davide, uno degli artefici di questa complessa operazione. Sarà, dunque, Lippi, secondo il Corriere dello Sport, a gestire il mercato e la scelta del nuovo allenatore. Potrebbe puntare su Fabio Cannavaro, uno dei discepoli più fidati e affidabili. Ma anche su collaboratori di campo nella doppia esperienza juventina. I nuovi padroni cinesi puntano su di lui per il rilancio del Milan.

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