2016
Milan, Bertolacci: «Mihajlovic è forte»
Il centrocampista punta sul tecnico: «Mi ha dato più rabbia»
Derby ridimensionato? Non per Andrea Bertolacci, che considera Milan e Inter due squadre molto forti: «È sicuramente una partita importante. Anche perché è pure uno scontro diretto. Non dite però che vincere il derby salverebbe la stagione: se per caso batti l’Inter e poi non riesci ad avere continuità nei risultati la gente si dimentica subito che hai vinto il derby», ha dichiarato il centrocampista rossonero a Tuttosport.
L’ANALISI – Bertolacci ha parlato poi del momento del Milan: «Se non avessimo lasciato per strada 6-7 punti, avremmo oggi tutta un’altra classifica. Al Milan però manca un po’ di continuità. Ora è arrivato il momento per dare un segnale. E’ vero, ci manca quell’incoscienza che ti permette di fare la giocata. Quella spensieratezza che non c’è se hai paura di non portare a casa il risultato. Per giocare più liberi di mente dobbiamo prendere piena consapevolezza di essere una squadra forte. Sfiducia tifosi? Non ci aiuta, è vero. Noi però dobbiamo essere bravi a isolarci e capire che solo con i risultati si può uscire da questa situazione. Dispiace giocare in uno stadio mezzo vuoto, ma tra i nostri obiettivi deve esserci anche quello di riportare l’entusiasmo nei tifosi».
TUTTO FACILE – Il centrocampista ha parlato poi di Stefano Sturaro, che invece si è ambientato facilmente nella Juventus: «E’ chiaro che è meglio inserirsi in una squadra che ha già vinto tanto, dove un allenatore lavora da tempo al progetto e Allegri, non a caso, si è inserito nel lavoro del suo predecessore portandolo avanti con grande saggezza. Conte ha dato una tipologia di gioco ben definita alla Juve e la squadra che vediamo oggi è frutto di anni di lavoro tanto che per Allegri, una volta venduti i big questa estate, è stato più facile ripartire. Il Milan, al contrario, in questi anni ha cambiato tanti allenatori e molti giocatori e sta ancora cercando di costruire un progetto».
RABBIA – Bertolacci, però, ripone grande fiducia in Sinisa Mihajlovic: «Sarebbe ipocrita dire che certe voci non ci arrivano e non ci colpiscano. Però noi abbiamo dimostrato con i fatti di essere un gruppo unito e di stare con l’allenatore. Paradossalmente, il meglio l’abbiamo dato nelle difficoltà: ogni volta che sembravamo sul precipizio, ne siamo usciti più forti. Ora sta a noi dimostrare in ogni partita di essere… arrabbiati. Un allenatore ha bisogno di tempo per dare la sua mentalità alla squadra però sappiamo anche che in una realtà come il Milan si vuole tutto subito. Da una parte lo capisco pure, dall’altra non credo sia facile riuscirci. Mihajlovic mi ha dato più rabbia, fame e determinazione. Lui è un allenatore forte e quello che vedete voi lo vediamo anche noi in mezzo al campo».
I RETROSCENA – Il centrocampista, infine, ha parlato del rapporto con Andrea Stramaccioni e dell’interesse dell’Inter nei suoi confronti: «A 12-13 anni ero nel settore giovanile della Roma e giocavo poco per motivi extracalcistici, è arrivato lui e non ha guardato a nulla fuorché a chi fosse il migliore in mezzo al campo e mi ha permesso di bruciare le tappe saltando categoria ogni anno. Inter? Sì, però sapeva che era una situazione difficile dato che il mio cartellino era a metà tra Roma e Genoa».