2016
Brocchi promosso da 4 amici: «Farà bene»
Gli ex compagni: «Umile e con idee chiare. Merita il Milan»
Ritorno al passato per Christian Brocchi, che affronterà quel Verona nel quale ha giocato 18 anni fa. Non aveva doti incredibili da calciatore, ma la giusta mentalità. Lo conferma l’ex compagno di squadra Gianluca Falsini: «È stato uno dei giocatori con la mentalità più vincente che abbia mai conosciuto. Come struttura fisica non era certo il top ma aveva una testa fantastica. Come lui ho conosciuto solo Thuram, Cannavaro, Buffon, Boghossian e pochissimi altri. Lo accomuno ai più grandi calciatori con cui ho avuto la fortuna di condividere la mia vita calcistica», ha dichiarato l’ex difensore ai microfoni de L’Arena, a cui ha raccontato uno scherzo che fece arrabbiare tanto l’attuale allenatore del Milan: «Io, Amerini e Foglio un giorno, complice la moglie che ci diede il codice d’accesso al garage, mettemmo dei cartelli autostradali sul tettuccio dell’auto di Cristian. Appena se ne accorse piombò nello spogliatoio arrabbiatissimo con tutti. La macchina era nuova e noi gliel’avevamo rigata».
SCELTA GIUSTA – Anthony Seric, invece, ha evidenziato il contributo di Brocchi nel suo adattamento dopo il suo arrivo a Verona: «Ero al primo anno in Italia, capivo poco la lingua ma Brocchi fece di tutto perché potessi ambientarmi in fretta. Lui era il giocatore che faceva sempre due o tre metri in più del necessario, ma per il bene della squadra», ha spiegato l’ex terzino sinistro, ora procuratore e “sponsor” d’eccezione di Brocchi: «Ha sempre dimostrato di avere chiara in testa la sua idea di calcio, per me merita il Milan e soprattutto merita di rimanerci anche l’anno prossimo. È un grande professionista, se la società decidesse di confermarlo farebbe la scelta più giusta. A patto di dargli una mano con la campagna acquisti. Il problema del Milan negli ultimi anni non sono stati gli allenatori, è stato il valore relativo dei giocatori».
COLONNA PORTANTE – Per Totò De Vitis non è mai cambiato: Brocchi è rimasto serio e con le idee chiare. «Ho rivisto la stessa persona che era da giocatore. Sarebbe troppo facile dire ora che Brocchi sembrava un allenatore già dai tempi in cui cominciò la sua carriera da calciatore negli anni di Verona, qualcosa però si poteva intuire dalla sua capacità di ricoprire più ruoli e di adattarsi in fretta a varie situazioni», ha raccontato l’ex attaccante, ora osservatore del Sassuolo e “tifoso” di Brocchi: «Essere al Milan da tanto tempo e aver fatto in pratica tutta la trafila gli ha permesso di crescere sul campo e di acquisire considerazione agli occhi di tutti. Cristian è stato bravo e pronto ad afferrare l’occasione. Quando l’ho visto in tv, in giacca e cravatta, alla prima intervista, sembrava uno in panchina da una vita». Infine, ha preso la parola l’ex mediano Marco Giandebiaggi: «Era umile, non tirava mai indietro la gamba. Di qualunque squadra è stato una colonna portante. Poche volte ho visto una persona così intelligente su un campo di calcio».