2016

Ventura: «Italia, chi la rifiuterebbe?»

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«Qui non sono solo l’allenatore, altrove c’è gente che spende per Eder»

Il Torino è pronto a scendere in campo domani sera, a San Siro, per la trasferta contro il Milan. Per i granata un buon momento di forma, ma di fronte ci sarà una squadra affamata di gloria. Una vigilia tutto sommato come le altre per l’allenatore Giampiero Ventura, non fosse per le voci riguardanti il suo futuro… Ventura, in una recente intervista, aveva affermato di sognare la panchina dell’Italia, mentre si susseguono ancora oggi le voci che vedrebbero Sinisa Mihajlovic, in caso di mancata qualificazione alla Champions League con i rossoneri la prossima stagione, proprio come suo successore al Torino. Voci, voci, solo voci per adesso, su cui però Ventura tiene a fare delle precisazioni importanti: «Io qui non sono solo l’allenatore, perché nessun altro avrebbe difeso Rolando Bianchi o Paulo Vitor Barreto prendendosi gli insulti: mi sono messo in discussione con un ruolo più ampio, come seminatore – le parole del tecnico granata in conferenza stampa poco fa – . Ho un contratto col Torino fino al 2018, se poi capitasse l’occasione della Nazionale non rifiuterei. Quale allenatore lo farebbe? Nessuno». Chiaro. 

VENTURA: «C’È CHI SPENDE PER EDER» – Come già fatto qualche giorno fa, Ventura torna ad attaccare l’Inter e, più in generale, i club che spendono senza avere prospettiva: «Sono quattro anni e mezzo che sono qui, quando sono arrivato non c’erano aspettative, c’era depressione, non c’era nemmeno un settore giovanile, ora è tutto cambiato – ha continuato Ventura – . C’è una società che deve lottare per la parte sinistra della classifica e per l’Europa. Vedo società che spendono 14 milioni di euro per Eder Citadin Martins che ha 29 anni e non ti farà mai fare plusvalenza. Noi puntiamo sui giovani, è diverso». Capitolo Milan: «È più facile allenare la rosa rossonera che la mia. Avremo qualche chance se giocheremo con la dovuta spensieratezza, vorrei vedere una squadra che dà tutto sul campo: dall’Athletic Bilbao (un anno fa, ndr) in poi qualcosa è cresciuto, ma poteva crescere di più, non è andato tutto come doveva, ma fa parte del gioco»

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