Il Milan sogna Ancelotti, ma ecco i tre motivi che spingono il tecnico a dire no - Calcio News 24
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2017

Il Milan sogna Ancelotti, ma ecco i tre motivi che spingono il tecnico a dire no

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Il Milan sogna Ancelotti, ma riuscire ad avere l’ex Bayern Monaco sarà un’impresa: tre motivi spingono il tecnico a rifiutare i rossoneri, oggi troppo distanti dalla dimensione internazionale che ha Carletto

L’esonero di Carlo Ancelotti dal Bayern Monaco ha immediatamente solleticato le fantasie di mezza Europa. Perché Ancelotti, nonostante l’esperienza con luci e ombre in Germania, è semplicemente unico: è un vincente, un meraviglioso gestore di campioni, un abilissimo comunicatore, un grande uomo immagine ma anche un sapiente tattico, che ha cambiato la carriera di tanti giocatori diventati straordinari per merito suo. Ancelotti è il prototipo dell’allenatore dei sogni, del tecnico che trasforma in oro tutto ciò che tocca ed è per questo, sebbene sia stato appena silurato in Baviera, che è ancora ambito da tutto il mondo. Il Milan, naturalmente, non può che avere attenzioni speciali per Carletto. Berlusconi aveva già provato a riportarlo in rossonero nel 2015, dopo la rottura con il Real Madrid, ma non ci è riuscito. Ed è facile che anche Fassone e Mirabelli ritentino l’impresa, ma il rischio di ricevere un secco no è alto. Non come nel 2015, ma quasi.

Ancelotti e tre buoni motivi per dire no al Milan

Quello di due anni e mezzo fa era un Milan disastrato dagli anni vissuti con Seedorf e Inzaghi. E con Ancelotti Berlusconi si giocava l’ultima chance per rivivere i fasti degli anni del dominio incontrastato in Italia e in Europa. Galliani tentò in tutti i modi di convincere il tecnico, ma non ci fu maniera per vincere il braccio di ferro: Ancelotti disse no al Milan e, col senno di poi, ha fatto bene. Perché si sarebbe imbattuto in una situazione scomoda, con il rischio di compromettere il legame magico instaurato con un ambiente che lo ama e che non smetterà mai di amarlo.

Ma anche oggi, probabilmente, Ancelotti direbbe no al Milan. Fassone e Mirabelli, a maggior ragione adesso che è libero da vincoli di panchina (pur avendo ancora un contratto in essere col Bayern Monaco per altre due stagioni), un pensierino lo stanno facendo. Montella non ha ancora il Milan in pugno e, se in campionato i rossoneri dovessero proseguire il cammino sulla falsariga della gara contro la Sampdoria, la panchina dell’Aeroplanino diventerebbe sempre più scottante. La nuova dirigenza cinese è ambiziosa e vuole il meglio, lo dimostra un mercato da quasi 250 milioni di euro. E Ancelotti, in questo senso, è il meglio. Ma riportarlo al Milan sarà un’impresa quasi impossibile.

Minestra riscaldata? Meglio evitare

Il primo motivo per il quale Ancelotti potrebbe dire no al Milan riguarda la storia delle minestre riscaldate, che in casa rossonera non hanno mai portato bene. Capello e Sacchi insegnano. E Carletto non ha intenzione di macchiare lo splendido ricordo che i tifosi rossoneri hanno di lui. Da qui nasce il secondo motivo dell’eventuale rifiuto di Ancelotti, visto che oggi il tecnico prenderebbe in corsa un Milan non ha costruito lui. Con il rischio di cacciarsi in un guaio più grande di lui, magari fallendo l’obiettivo di approdare alla prossima Champions League.

Ma non solo, perché Ancelotti non ha mai nascosto il desiderio di tornare in Premier League, campionato nel quale ha lasciato grandi ricordi al Chelsea. Abramovich, se Conte dovesse decidere di tornare in Italia a fine anno (Milan e Inter osservano), riaccoglierebbe a braccia aperte un allenatore vincente, che a Londra ha lasciato diversi discorsi in sospeso rispetto al Milan, club in cui ha vinto di tutto e di più. Ecco perché Ancelotti, forse anche oggi, direbbe no al Diavolo. E forse è meglio così: certi amori, a volte, è meglio che non ritornino…

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