2018
Milan, Romagnoli sta diventando Nesta?
La crescita esponenziale di Alessio Romagnoli: il mito di Nesta non sembra più così lontano
Il paragone è azzardato, è vero. Ma l’azzardo l’ha fatto lui per primo: Alessio Romagnoli, quando arrivato al Milan ha scelto la maglia numero 13, e non per ragioni scaramantiche. Il chiodo fisso uno, sempre lo stesso: raccogliere l’eredità di Alessandro Nesta, bandiera della Lazio prima e invincibile del Milan poi. Il confine tra ambizione e presunzione è spesso sottile: ma possibile che questo classe ’95 voglia ripercorrere le orme di un fuoriclasse come Nesta? Ma chi si crede di essere? Romagnoli, punto. Non Nesta. Al massimo Romagnoli erede di Nesta.
Perché è vero, è innegabile, che in alcuni atteggiamenti durante le partite, per movenze, Romagnoli davvero ricordi a tratti il suo mito. Ma di esempi in questo senso ce ne sono in tanti altri sport. Siete appassionati di tennis? Saprete bene che Dimitrov è la copia tecnica di Federer, ma questo non ne azzera le differenze – in questo caso a favore del Maestro – e non annulla le qualità dell’allievo. Così Romagnoli: studia da Nesta, ma resta se stesso.
C’è una cosa, però, che in quest’ultimo periodo fa sì che il paragone si riproponga in maniera insistente: la presenza in area di rigore di Romagnoli. Il difensore del Milan è ovunque, arriva dove non sembrerebbe possibile, svetta contro le torri più alte di lui, anticipa gli attaccanti più sguscianti, legge prima le intenzioni dell’avversario e non disdegna di proiettarsi in avanti ogni qual volta ne ha l’occasione. In questo c’è un bagaglio tipico di grandi difensori di ieri: muro come Samuel, propenso all’attacco come Lucio, intelligente come Cannavaro, elegante come Nesta.
Esagerazione? No, semplice analisi delle recenti prestazioni. Che non significa dimenticarne i difetti mostrati in passato, come scarsa rapidità nel breve e amnesie difensive in alcuni momenti del match. Romagnoli però ha qualità, è un campione in erba, è il potenziale leader difensivo della Nazionale per i prossimi 10 anni. A 23 anni c’è tutto il tempo per lavorare sui propri limiti. E magari rendere il 13 il numero di Romagnoli, non solo – o non più – di Alessandro Nesta.