2017

Milan, non sempre le rivoluzioni pagano: tre esempi eccellenti che devono far riflettere

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Mercato Milan. In estate è stata rivoluzione ma le rivoluzioni estive non sempre hanno portato grandi risultati. Ecco i precedenti

La rivoluzione paga…non sempre! Nel calcio tanti grandi club hanno provato a investire pesantemente sul mercato per rifarsi dopo una ‘disgraziata’ stagione o magari dopo più annate disastrose. E’ il caso del Milan che dopo 3 anni senza Europa ha cambiato proprietà e ha investito più di 200 milioni di euro sul mercato. Fare la rivoluzione però non sempre porta risultati immediati. In passato anche altri grandi club ci hanno provato e nessuno di questi è riuscito a vincere qualcosa al primo anno. Montella ha avuto ben 11 giocatori nuovi e non ha un compito facile.

In passato ci ha provato la Juventus. I bianconeri, prima di iniziare il nuovo ciclo ancora in atto, hanno effettuato un tentativo a vuoto. Con gli obblighi di riscatto, la Juve ha speso 100 milioni di euro (era la prima annata MarottaParatici), spendendo 15 milioni per Bonucci e Krasic ma arrivò solo settima. L’anno dopo poi i bianconeri vinsero il campionato con Conte in panchina. Un po’ meglio è andata al PSG nel 2011-12. I parigini acquistarono 9 calciatori, più altri 3 a gennaio, spendendo 107 milioni di euro. Al-Khelaifi affidò la squadra prima a Kombouaré e poi ad Ancelotti. Acquisto più costoso: Pastore con 42 milioni. Piazzamento finale? Secondi.

Il primo Chelsea di Abramovich, nel 2003/2004, inizia la nuova era con 11 giocatori nuovi (i più costosi Duff e Crespo) e con Ranieri in panchina. ‘Abra’ spese la bellezza di 167,5 milioni di euro e arrivò secondo. I tre club iniziarono i loro cicli vincenti però un anno dopo, segno che a volte la vera rivoluzione è la pazienza!

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