Milan, numeri catastrofici: con Allegri il peggior andamento dell’era Berlusconi - Calcio News 24
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2013

Milan, numeri catastrofici: con Allegri il peggior andamento dell’era Berlusconi

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MILAN SERIE A BERLUSCONI – Toccare il fondo, per risalire con uno slancio ancor più forte. Lo avrà pensato Massimiliano Allegri, che la scorsa stagione era sicuro di aver vissuto – e superato – il momento più difficile alla guida del Milan, quando raccolse solamente 14 punti in 12 giornate. Era solo un’impressione, perché sul fondale il tecnico livornese ci è arrivato quest’anno, e lì sembra essersi arenato: la sua squadra sta battendo ogni record negativo, sia sotto il punto di vista del gioco – che non c’è – sia per quanto riguarda i risultati. E lì, purtroppo per Allegri, c’è poco da sorridere.

VITTORIE ESTERNE – Tra i tanti numeri sconcertanti, partiamo dall’incapacità di ottenere vittorie in trasferta: mai, nella gestione Berlusconi, era successo che il Milan, dopo sei gare lontano da San Siro, non fosse riuscito a portare a casa l’intera posta in palio. Verona (Hellas), Torino (granata), Bologna, Torino (Juventus Stadium), Parma e ancora Verona (Chievo): 0 vittorie, 3 pareggi e altrettante sconfitte, e solamente 3 punti racimolati. Un bottino a dir poco misero, che rappresenta un unicum nell’era di Silvio Berlusconi: Allegri ha stabilito un nuovo record negativo, battendo così quello della stagione 1996/97 firmato  Giorgio Morini (poi esonerato a Novembre e sostituito da Sacchi). Quel Milan, nelle prime sei trasferte, ottenne quattro punti, riuscendo, però, a vincere almeno una gara, alla terza giornata, sul campo del Bologna, grazie alle reti di Weah e Simone, decisivi nel rimontare il vantaggio dei felsinei firmato da Kolyvanov.

PARZIALI –  Non solo in trasferta, però: l’ex allenatore del Cagliari ha stabilito un nuovo primato – in negativo, ovviamente – per quanto riguarda i punti ottenuti dopo 12 giornate.  Con i 14 della scorsa stagione fu eguagliata la pessima partenza del Milan di Ancelotti nel 2007/08. Ma quest’anno Allegri ha fatto di meglio – anzi, peggio – racimolando solo 13 punti: anche in questo caso il record negativo di sempre da quando Berlusconi è diventato presidente dei rossoneri. Più in basso, andando indietro nella storia, solamente il Milan del 1981/82, guidato da Radice prima e Galbiati poi, e che a fine stagione sarebbe retrocesso in Serie B: 6 pareggi e 1 vittoria nelle prime 12 giornate, per un totale di 8 punti – considerato che allora le vittorie ne valevano 2, quindi 9  da considerare oggi.

DECLINO – E quello che l’attuale tecnico del Diavolo sta vivendo in sella al club rossonero pare essere un lento e inesorabile declino: Allegri è passato dai 26 punti ottenuti dopo 12 giornate nel 2010/11 – la sua prima stagione al Milan – ai 13 di quella attuale, la metà esatta. Per non parlare della difesa, che sin qui ha incassato 19 gol, 8 in più rispetto al primo anno: 13 di questi sono arrivati lontano da San Siro. E, soprattutto, come sono arrivati: disattenzioni ed errori banali hanno spesso costretto i rossoneri ad inseguire gli avversari. E’ successo a Torino – 2-0 per i granata, poi 2-2 finale – , a Bologna – 2-0 prima, e 3-1 poi per i felsinei, con 3-3 finale -, allo Juventus Stadium – da 0-1 a 3-1 per la Juventus – e a Parma, dove le reti di Matri e Silvestre rimontarono il doppio vantaggio gialloblù, poi vanificato dal gol beffa di Parolo.

COLPE E DISCOLPE – Per evitare che il declino possa compromettere la stagione presente, ma soprattutto futura dei rossoneri – che sarebbero a dir poco inguaiati senza qualificazione in Europa – Berlusconi medita ad un clamoroso cambio in corsa, con Inzaghi e Mangia in rampa di lancio. Ma, a parziale discolpa di Allegri, va detto che le responsabilità del tecnico sono poche: la squadra è quello che è, con gigantesche lacune in difesa, dove Zapata, uno dei punti fermi, perde in media una palla sanguinosa a partita, e con una buona dose di sfortuna, come dimostrato dai tanti infortuni, eccezion fatta per quelli di natura muscolare. Le colpe dell’allenatore livornese, se proprio, sono altre: aver lasciato andare Pirlo alla Juventus a parametro zero, o essersi privato dell’esperienza di uomini spogliatoio come Seedorf e Ambrosini. Ma quello è il passato, ora conta solo il presente: perché il fondo è stato toccato, adesso bisognerà iniziare la risalita. 

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