2013

Milan, Niang: ?Diventerò il migliore?

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MILAN INTER NIANG – Prima vedeva la tribuna, poi è diventato titolare in attacco al fianco di Balotelli ed El Shaarawy: un bel salto per M’Baye Niang, che è passato da ragazzo turbolento a giovane prodigio. L’attaccante del Milan, per quanto giovane, ha le idee chiare sul futuro ed il suo obiettivo: «Diventare il migliore. Posso riuscirci. Una squadra come il Milan è l’ideale per crescere, con tanti campioni dai quali imparare. È un campionato duro, fisicamente e tatticamente. Nella Ligue francese ci sono meno professionalità e tattica», ha dichiarato a La Repubblica, dove ha parlato anche del trasferimento sfumato in Premier League: «Rimpianti? No, l’Arsenal mi voleva. Quando è spuntato il Milan, non ho avuto dubbi».

Inevitabile un commento sulle dichiarazioni rilasciate su Twitter in merito alla panchina nella gara contro il Barcellona: «Ho solo precisato che non stavo fuori per problemi fisici, come avevano scritto alcuni, ma per scelta tecnica. Sarei stato un pazzo a prendermela con Allegri: gli devo tantissimo. Ho capito come funziona in Italia. Galliani e Ambrosini mi hanno fatto capire che per sfondare serve una vita seria, fuori dal campo. Riposare e allenarsi bene. Non è come in Francia: qui c’è il vero professionismo. Multa per guida senza patente? Non mi sono mai spacciato per Traorè, era sua la macchina. Solo che ero appena arrivato, non sapevo l’italiano e risposi sì a tutte le domande. Gli errori li ammetto: non ho fatto ricorso contro la squalifica della federazione, acqua passata, ho deciso di non tornarci su».

Il calciatore francese di origini senegalesi ha poi parlato di scelte riguardanti la nazionale e del rischio cessione corso a gennaio: «Ho tempo. Per ora ho scelto l’Under francese. Ho altri pensieri: è la stagione della grande occasione. Addio? Mai pensato di andarmene. Qui sto benissimo». Niang ha poi parlato dei compagni di reparto Balotelli ed El Shaarawy e degli episodi di razzismo in Italia: «Mario l’ho conosciuto a Parigi, quando era nel City. E con Stephan, per l’età, ho legato subito. Siamo giovani e possiamo vincere tanto, ma non abbiamo ancora fatto niente. Razzismo? Sono contento della solidarietà dimostrata dalla squadra a noi di colore, lasciando il campo. In questi casi puoi solo aspettare che l’arbitro interrompa la partita. Sarebbe giusto che facesse sempre così: 90’ di “buu” sono lunghissimi».

L’attaccante rossonero, parlando della vittoria sul Barcellona, ha commentato le lamentele dei blaugrana, che hanno criticato il campo di San Siro: «Facile, dopo la sconfitta. I migliori giocano sempre meglio degli altri, su qualunque terreno, e il nostro è buono. La verità è che abbiamo chiuso gli spazi e senza spazio i loro tocchetti non riescono. Per il ritorno c’è tempo: ora pensiamo al derby».

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