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Milan, Niang: ?Allegri, sono pronto. Messi..?

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MILAN NIANG – Archiviata qualche nota stonata di inizio stagione, M’baye Niang ha lavorato sodo, spesso al fianco di El Shaarawy, per riuscire a conquistare la fiducia di mister Allegri e diventare la nuova rivelazione rossonera. Intervistato dal Corriere dello Sport, il giovane attaccante ha tracciato un primo bilancio della sua esperienza al Milan: «Va bene, molto bene. Meglio di quanto potessi prevedere. Contento della scelta? Sì, non ho mai avuto dubbi. Era il mio primo obiettivo vestire la maglia rossonera. Si tratta di un club che ha già vinto molti trofei, è il più titolato del mondo. Bilancio decisamente positivo. Il mio ambientamento è stato immediato, non ho avuto alcun tipo di difficoltà. Merito di Boateng, Ambrosini, Robinho… Grandi giocatori e grandi uomini. Mi stanno aiutando molto, li ringrazio. Vorrei giocare un po’ di più, ma mi rendo conto che dipende solo da me. Io in realtà non ho particolari preferenze. Posso giocare in qualsiasi posizione, mi adatto bene a ogni situazione».

Il calciatore francese poi è tornato sui suoi errori passati e sul rapporto con Massimiliano Allegri: «Certo. Ho sbagliato, ma mi rendo conto che il Milan ha un suo stile molto preciso. Anche fuori dal campo esiste uno stile-Milan. Penso che quello che impari qui a Milanello ti serva sempre e comunque anche nella vita di tutti i giorni. In campo penso di fare bene, di applicarmi molto. Anche con l’italiano inizio a cavarmela. Allegri? Mi parla molto, mi insegna, mi corregge, abbiamo un ottimo rapporto. Ha un culto maniacale del lavoro. E’ instancabile, un perfezionista. Ha una decisa predisposizione nei confronti dei giovani. Gli piace insegnare calcio. Gli sento ripetere a El Shaarawy che deve continuare a lavorare, che deve perfezionarsi. Anche con me batte sempre sullo stesso chiodo: mi impone, giustamente, miglioramenti continui, dice che non devo mai adagiarmi. Pretende la massima concentrazione in allenamento, anche perché dice che quando sei giovane diventa più facile capire, apprendere, assorbire gli insegnamenti sul campo».

Riguardo il compagno di squadra ed amico El Shaarawy ha, invece, spiegato: «E’ un ragazzo eccezionale. Ha solo due anni più di me, ma è già molto maturo e concreto. Ha saputo restare umile nonostante sia riuscito a imporsi, in pochissimo tempo, in una grande squadra come il Milan. Cosa mi impressiona di lui? Il fatto che abbia già segnato 14 gol in campionato (17 quelli complessivi; ndi) in pochissimo tempo. Eppure non fa il fenomeno, è un bravissimo ragazzo. Derby della cresta? La sua è davvero bella ma troppo impegnativa per me. Io preferisco averla più bassa. Io l‘avevo già fatto quando ero in Francia».

In Champions League il Milan dovrà affrontare i “mostri” del Barcellona ed il Pallone d’Oro Lionel Messi, ma Niang non ha paura: «Messi è un professionista esemplare. E poi è insaziabile, vuole giocate tutte le partite e non è mai stanco di vincere. Io sono fiducioso, abbiamo a disposizione 180′ e tutto è possibile. Lionel è un campione straordinario, ma è sempre uno solo. Non bisogna pensare a fermare solo lui. No, non mi fa paura, spero di poterlo dimostrare affrontandolo nell’ottavo di finale. Lista Uefa? Sì, io ci spero, sta facendo di tutto per convincere Allegri. Come battere Messi? Qui a Milanello sto imparando che la concentrazione e la convinzione sono armi fondamentali. Allegri non perde occasione per ricordarlo a tutti. Messi è un tipo simpatico, l’ho incontrato la scorsa settimana qui a Milano da Dolce&Gabbana. Abbiamo scambiato qualche battuta. Sicuramente fra i tanti pregi ha quello dell‘umiltà. Io come lui? Non penso, abbiamo caratteristiche differenti. Lionel ha un’intera squadra a sua disposizione, io preferisco mettermi al servizio dei miei compagni».

Tra idoli passati e presenti, il 19enne ha indicato: «Cavani. E’ un attaccante incredibile, ha un senso del gol fantastico. Vede sempre la porta, ti dà la sensazione che possa entrare anche lui in rete insieme al pallone. E’ talmente potente, coordinato e astuto che quando calcia è devastante, incontrollabile. Se la Juventus non riparte subito ma, soprattutto, se Cavani segna alla media di un gol a partita tutto è davvero possibile. Da piccolo volevo diventare come Ronaldo, quello brasiliano. In questi anni ho fatto il tifo anche per Ibrahimovic, Robinho e Pato. A quest’ultimo auguro tutto il bene possibile e immaginabile. Pato è un grande campione, lo è sempre stato».

Su Balotelli, invece, spesso accostato al Milan ha dichiarato: «No, io devo crescere molto, non posso essere paragonato a Balotelli che è un campione già affermato e che ha ottenuto importanti risultati a livello personale. Galliani e Braida sono due ottimi dirigenti, sanno benissimo cosa serve a questo Milan. Una cosa è certa: io non posso essere considerato al suo livello, almeno non ancora».

Infine, una battuta sul presidente Berlusconi, che spesso fa visita alla squadra: «Quando viene a Milanello il presidente mi parla sempre, manifesta un grande interesse per me. Mi fa piacere la sua fiducia, è una cosa importante per un giocatore ancora così giovane e inesperto».

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