2013

Milan, Nesta: «Se serve un allenatore…»

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MILAN NESTA – Alessandro Nesta si è ritirato dall’attività agonistica qualche giorno fa, ma già pensa al suo futuro e alla possibilità di diventare allenatore. L’ex difensore di Lazio e Milan, intervistato per l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, ha fatto capire di essere pronto a studiare per andare su una panchina importante, magari proprio quella rossonera, attualmente occupata da un Allegri messo spesso in discussione.

PRONTO PER LA PANCHINA – «Ci proverò. Prima, però, mi devo preparare – ha esordito Nesta – . Ho fatto due corsi, mi manca il terzo che dura un anno. La famiglia resterà a Miami, perché non vorrei staccarmi dagli Usa. Mentre io farò la spola. Poi vediamo cosa succede. Mi piacerebbe allenare ad alto livello. Però può darsi che debba iniziare dal settore giovanile. Chissà, magari al Milan, ma non escludo di rimanere negli Stati Uniti. Perchè voglio allenare? Perché ho fatto calcio fin da piccolo e sarebbe difficile staccarsi da questo mondo. È la cosa più vicina a giocare.»

TOTTI E IL MILAN – Nesta ha parlato anche di un suo storico rivale, Francesco Totti, al quale augura di andare al Mondiale dopo i tanti attestati di stima ricevuti: «Lo spero per lui. Sta bene e ha avuto meno infortuni di me. Un difensore ha vita più corta, non ti puoi mai fermare: quando scatta il tuo avversario gli devi correre dietro. Incontri ragazzi che vanno a duemila e se non hai gambe non la becchi mai. Lì davanti puoi farti qualche pausa. Cosa mi aspetto per il Milan? Di arrivare in Champions e di fare una buona figura in Coppa. Purtroppo ogni anno si parte male, anche nell’ultimo in cui c’ero io. Ora rincorrere è più difficile: davanti vanno bene e molte rivali si sono rinforzate. La mia impressione è che ogni volta si ricominci da zero invece di costruire su quanto fatto in precedenza. Un errore, forse.»

RICKY E BALO – In chiusura, Nesta ha parlato anche dei due simboli del nuovo Milan, ovvero Kakà e Mario Balotelli: «Perchè Kakà ha fatto la riserva al Real Madrid? Perché quando vai in una squadra come il Real la concorrenza è altissima. Poi ha avuto problemi fisici e non so se ci siano state altre cose. Per come l’ho visto martedì, se ritrova la condizione può tornare quello di una volta. Le mie dichiarazioni su Balotelli?  Mi hanno solo chiesto di spiegare com’era il Milan quando ci giocavo. Così ho raccontato che quando arrivai c’erano Costacurta e Maldini che davano l’esempio. Nessuno osava andare fuori dalle righe. Loro senza bisogno di urlare, ma con uno sguardo, ti rimettevano a posto. Non giudico lo spogliatoio del Milan di oggi perché dei miei vecchi compagni non c’è più nessuno.»

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