Hanno Detto

Milan Napoli, Sacchi: «Che spettacolo, sembrava una partita di Premier League»

Pubblicato

su

L’ex allenatore italiano Sacchi ha commentato la partita di San Siro tra Milan e Napoli

Lo storico ex allenatore italiano Arrigo Sacchi, in una intervista a La Gazzetta dello Sport, ha commentato la partita tra Milan e Napoli.

SPETTACOLO DA PREMIER – «Peccato che l’arbitro abbia fischiato la fine. Sarei stato davanti alla televisione per ore. Bravissimi tutti, i giocatori delle due squadre e anche l’arbitro che si è fatto rispettare, ma ha sempre lasciato giocare. Ripeto: avrei desiderato che questa gara non finisse mai. A me a sembrata una partita in stile Premier League: si vedono poche sfide di questo livello in Italia e in un periodo molto delicato per il nostro calcio è importante avere queste risposte».

RISULTATO GIUSTO – «No, lo dico subito. Probabilmente anche un pareggio sarebbe stato stretto al Milan, per come ha dominato il campo e per le occasioni creato. Però va aggiunto che il Napoli non solo non ha rubato nulla, ma ha pure dimostrato di essere vivo, ben inquadrato. Non c’è stato tatticismo né dall’una né all’altra parte: in un Paese dove il tatticismo esiste ovunque creando solo danni questo è merito».

CHIAVE DELLA PARTITA – «Il ritmo. Un ritmo forsennato soprattutto nel secondo tempo. Attaccava il Milan e il Napoli rispondeva immediatamente. Bisogna fare i complimenti a Pioli e a Spalletti: le loro squadre credono in quello che fanno e questo è merito di chi le guida».

GOL SIMEONE – «Splendida? Di più. Lui protegge il pallone, lo difende, lo passa a Mario Rui e va ad attaccare lo spazio mentre il compagno glielo crossa proprio sulla testa. Perfetto».

NAPOLI – «L’atteggiamento della squadra in generale, lo spirito di sacrificio quando il Milan ha attaccato in massa, il coraggio di ripartire in ogni occasione con idee e con tante energie. E poi quel Lobotka in mezzo al campo è sempre al posto giusto nel momento giusto. Mi ha ricordato un giocatore che ho allenato tanti anni fa: Daniele Zoratto. Anche lui lo trovavi sempre dove doveva essere. E anche Ancelotti era così. Questione di intelligenza, prima ancora che di piedi: la testa è la cosa più importante, lo ripeto spesso. Comunque bravi tutti i centrocampisti di Spalletti quando costruiscono e s’inseriscono. Una squadra completa, il Napoli: ora serve dare continuità».

Exit mobile version