2017
Errare è umano, perseverare diabolico: Montella, perché ancora la difesa a quattro?
Dopo le difficoltà accusate col Cagliari, la retroguardia del Milan crolla sotto i colpi della Lazio: gli interpreti sono ideali per una difesa a tre, perché insistere col 4-3-3?
Errare è umano, perseverare invece diabolico. E diabolico si conferma Montella, che tira dritto come un hombre vertical con le idee partorite nel corso dell’estate. Nella sua visione di Milan, a settembre inoltrato, in attacco agiscono sempre il giovane Cutrone e soprattutto il poco brillante Borini, mentre André Silva e Kalinic rappresentano 63 milioni di investimenti estivi a prendere polvere in panchina. Ma, soprattutto, il vestito con cui orna la sua squadra è ancora il 4-3-3. Dove a stridere è soprattutto la prima cifra, quella che il reparto difensivo ha dimostrato di non saper sostenere.
L’aveva già urlato in casa contro il Cagliari, a dire il vero. Ma Montella si era voltato dall’altra parte, sperando in un estemporaneo passaggio a vuoto. A certificare la gravità della situazione è però stata la trasferta dell’Olimpico contro una Lazio che ha disposto in lungo e in largo degli spazi e delle occasioni concesse da Bonucci – più simile ad un birillo che al campione ammirato nelle ultime stagioni alla Juve – e soci. Il mercato, d’altronde, aveva parlato chiaro: con l’acquisto dell’ex colonna bianconera la virata alla difesa a tre pareva scontata, a maggior ragione dopo l’investimento che aveva portato Musacchio a rinforzare ulteriormente un reparto già forte di Romagnoli. Invece Montella ha insistito e sta insistendo, per ora vanamente, nel proporre il caposaldo 4-3-3. Alla lunga, d’altronde, perseverare nel proprio credo paga. Forse.