2013

Milan, Inzaghi: «Voglio restare per sempre, ma ho un rimpianto…»

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Filippo Inzaghi ha ripercorso i momenti cruciali della sua carriera.

MILAN INZAGHI – Ospite della trasmissione “La tribù del calcio”, che andrà domani in onda su Premium Calcio, Filippo Inzaghi ha ripercorso i momenti cruciali della sua carriera, a partire dall’approdo al Milan: «Passai in rossonero per la corte asfissiante di Galliani e Berlusconi. Un giorno mi chiamò Umberto Agnelli, che mi disse che non aveva mai conosciuto un giocatore che volesse andar via dalla Juventus. Io avevo voglia di mettermi in discussione, c’era San Siro, uno stadio speciale, e la scelta si rivelò azzeccata», ha dichiarato l’ex attaccante rossonero, ora alla guida della Primavera del Milan.

Inzaghi ha poi raccontato i successi rossoneri: «Eravamo un gruppo di assatanati. Dopo che vincemmo la Champions ci dicemmo che dovevamo vincere la Supercoppa e poi il pensiero andava all’Intercontinentale. Non ci godevamo i trionfi forse, ma ora cerco di trasmettere quella fame di vittorie che avevamo, quell’ambizione infinita. Sento più mia la Champions del 2003, quando vincemmo ai rigori contro la Juventus, perché feci qualcosa come 12 o 13 gol, mentre nel 2007 fu tutto più difficile dopo il lungo periodo di inattività. Giocai e segnai 2 gol, poi uno in Supercoppa e 2 in Intercontinentale, un record che nemmeno Messi o Cristiano Ronaldo possono vantare».

«Forse ho un rimpianto: quello di non aver giocato di più con Ibrahimovic, perché c’era un feeling incredibile. Penso che fossimo fatti per giocare insieme, ma sapete tutti com’è andata. Fu un peccato, forse ora starei ancora giocando se avessi fatto coppia fissa con Ibra, ma va bene lo stesso. Oggi sogno di restare qui per sempre, ma se non sarà possibile me ne farò una ragione», ha poi concluso Inzaghi.

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