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Milan Inter: come Lukaku ha esposto i difetti di Romagnoli – ANALISI TATTICA
Il derby Milan Inter ha definitivamente lanciato la candidatura nerazzurra verso lo Scudetto grazie anche ai movimenti di Lukaku che hanno stordito Romagnoli
L’Inter di Conte centra un successo vitale in chiave scudetto grazie a una prova di forza che ha esposto molto bene i difetti tattici del Milan. Come al solito, Pioli ha cercato di difendere con un pressing molto ambizioso: la linea era alta con parecchi duelli individuali. Questo approccio ha però esaltato lo strapotere fisico di Lukaku e messo a disagio Romagnoli, un giocatore che fa molta fatica a difendere a 40 metri dalla porta.
Non è un caso che tutti i gol siano nati su azione costruite da dietro in cui il belga, riuscendo sempre a ricevere e controllare palla, ha fatto risalire la squadra. Il Milan non pressava con i tempi giusti, di conseguenza l’Inter da dietro riusciva spesso ad avere la soluzione di passaggio verso Lukaku.
La slide sopra mostra l’azione che porta al primo gol. La palla arriva ad Hakimi, su cui Theo è lento ad accorciare: l’ex Dortmund verticalizza quindi per Lukaku, che aggredisce la profondità e punta Romagnoli in campo aperto. Per tutta la partita, il difensore romano ha faticato nel contenere il belga in questi duelli individuali lontano dalla porta.
Che fosse in transizione o palleggiando da dietro, i nerazzurri hanno costantemente attaccato in spazi larghi: esattamente il contrario del match dell’andata, dove il Milan in ripartenza aveva seminato il panico. L’Inter ha sviluppato l’azione soprattutto a destra, appoggiandosi – come al solito – sulla fisicità di Lukaku, con Hakimi e Barella che si smarcavano bene e aggredivano la profondità.
Il belga arrivava sistematicamente sulla palla anticipando Romagnoli. A volte, il difensore non accorciava proprio, consentendo così all’attaccante di ricevere e girarsi. Quando invece provava ad accorciare, era comunque in ritardo: si formava quindi uno spazio alle sue spalle che Barella e Hakimi erano tempestivi nell’aggredire.
Due esempi nella slide sopra. Nella prima, Lukaku riceve liberissimo (Romagnoli scappa e non accorcia), cambiando su Perisic sul lato debole. Nella seconda, l’Inter esce bene da dietro grazie a una splendida azione di Skriniar: Lukaku anticipa Romagnoli e serve l’accorrente Hakimi, che a quel punto lancia Barella in profondità dietro Romagnoli. In entrambi i casi, l’Inter risale palleggiando da dietro, con il Milan che fallisce nel pressing e concedendo così spazi.
L’Inter è stata bravissima a crearsi lo spazio da attaccare contro un Milan pessimo e poco corale nel pressing. Spesso il centrocampo accorciava in avanti mentre la linea difensiva scappava, di conseguenza si formavano tanti spazi tra le linee. Non è parsa azzeccata la scelta di chiedere a Romagnoli di difendere con così tanto campo alle spalle contro un giocatore come il belga.
Il terzo gol ha mostrato con chiarezza i grossi affanni dei rossoneri: il Milan prova a pressare molto in avanti, ma un lancio dalla sinistra di Perisic trova ancora una volta Lukaku liberissimo alle spalle di Kessié, con quest’ultimo rimasto bloccato per proteggere la retroguardia.
Come si vede nella slide sopra, Kjaer aveva avanzato la propria posizione per seguire il movimento di Lautaro. Lukaku riceve palla, riesce a girarsi e punta un Romagnoli rimasto troppo lontano da lui: il belga trova così il terzo gol, bruciando il difensore in velocità.
Insomma, per tutta la gara il Milan si è fatto trovare lungo. I tentativi di pressing alto si sono scontrati contro la pulizia tecnica dell’Inter (uscita molto bene dal basso) e contro l’onnipotenza di Lukaku, che ha fatto emergere bene i grossi limiti di Romagnoli nella difesa in campo aperto. Quando i nerazzurri sbloccano la gara subito e possono difendere il vantaggio, entrano nell’habitat preferito: possono allungare i rivali ed approfittare nel migliore dei modi degli spazi che vengono concessi.