Editoriale
Milan, l’onda lunga dello Scudetto. Inter e Juve, indizi d’inferiorità
Il sabato di Serie A ha emesso i primi verdetti: il Milan comanda ancora, Inter e Juve annaspano nella loro rincorsa al Tricolore
Il Milan è la squadra migliore della Serie A. Potrebbe essere un assunto banale per chi, in fin dei conti, porta il Tricolore sul petto. Eppure non lo è, ragionando che più di qualcuno considerava in effetti l’Inter superiore nello scorso campionato.
Dubbi spazzati via dal primo derby della stagione, nel quale Leao e Tonali hanno travolto i nerazzurri in una mezzora abbondante di mareggiata. Troppo fresco, tonico e intenso il collettivo di Pioli per un Biscione spento e svuotato, preso d’infilata ripetutamente nelle praterie concesse ai cugini.
E non è stato un semplice blackout, checché ne dica Inzaghi: il cedimento strutturale era già stato avvertito in maniera sinistramente simile a Lecce così come nella disfatta dell’Olimpico contro la Lazio. Quel trio difensivo un tempo fortino quasi inespugnabile è ora poco più che un colabrodo da otto reti subite in cinque giornate.
Non granché meglio sta invece la Juventus, frenata al Franchi da una Fiorentina che ha giocato, lottato, rimontato e divertito il suo popolo. Cosa, quest’ultima, che i bianconeri ancora una volta sono andati ben lontani dal fare. Nemmeno l’esordio di Paredes ha donato fluidità e idee alla manovra della Vecchia Signora, priva anche di Vlahovic per turnover (sì beh, fa già ridere così). La desolante casella vuota alla voce “tiri in porta” nel secondo tempo diventa un imbarazzo quasi ormai abitudinario. Per vincere lo Scudetto, avere i calciatori più forti non può essere sufficiente. E il Milan di Pioli ne è la più illuminante dimostrazione.