2013

Milan, il sorriso si chiama Kakà: il doppio ruolo del brasiliano

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Ricky ancora in gol, il Milan sulle sue (larghe) spalle

SERIE A MILAN – Mettiamo per un attimo da parte le vicende extracalcistiche che tuttora albergano in casa Milan e proviamo a focalizzare l’attenzione sul campo da gioco: i rossoneri vincono la prima partita esterna di una stagione oltremodo complessa e – dopo il colpo di Glasgow che spiana la strada della qualificazione agli uomini di Allegri – rilanciano quantomeno il proprio morale.

NORMALIZZAZIONE FASE DIFENSIVA? – Il rilancio del Milan un anno fa avvenne – oltre che, nella seconda fase, grazie al devastante apporto di Mario Balotelli – mediante il raggiungimento di un discreto equilibrio complessivo: il campionato dei rossoneri iniziò sotto il segno di un’imbarazzante precarietà difensiva salvo poi crescere decisamente sotto quest’aspetto. Impossibile tracciare già oggi questa inversione di tendenza ma le ultime quattro gare disputate dalla banda Allegri tra palcoscenico nazionale ed europeo risultano incoraggianti: soltanto due le reti subite nonostante le assenze che continuano a perdurare nel pacchetto difensivo a disposizione del tecnico toscano.

L’APPORTO DI KAKA’: OLTRE LE ASPETTATIVE – Il ritorno di Ricardo Kakà in rossonero – concretizzatosi nelle ultime battute della sessione estiva di calciomercato – aveva sì scaldato quella piazza milanista alla ricerca delle emozioni momentaneamente perdute, ma allo stesso tempo spianato la strada ai detrattori: fuori condizione, oramai lontano dai ritmi agonistici che spettano ad un grande campione, o addirittura bollito per i meno teneri. La convinzione personale si è da subito attestata su una via di mezzo: impensabile ritrovare il ciclone che qualche anno fa riportò il Milan sulle vette del calcio mondiale, ma giocatore di assoluto valore e spessore tecnico-caratteriale che avrebbe senza ombra di dubbio innalzato il livello generale del Milan. Questo quanto poi si sta verificando nei fatti: Kakà ha inizialmente sofferto a causa di qualche acciacco fisico e si è andato ad inserire in una squadra tutt’altro che rodata. Il tempo però di prendere le misure e caricarsi questo Milan – ben diverso da quello che ha lasciato quattro anni fa – sulle sue larghe spalle.

LE AMBIZIONI DEL BRASILIANO E DEL SUO MILAN – Tre gol nelle otto partite disputate ad oggi in campionato ed uno (pesantissimo) a Glasgow contro il Celtic: Kakà viaggia già su medie decisamente rispettabili e dunque per quanto concerne l’aspetto tecnico siamo senz’altro sul sentiero giusto. L’apporto del brasiliano però non si limita alle giocate del suo enorme talento quanto anche – o forse soprattutto – alla materia motivazionale: Kakà ha lasciato un Milan da stella in uno spogliatoio di stelle, ora è sicuramente un calciatore diverso in merito all’esplosività atletica ma caratterialmente più maturo. Ed è in questo ambito che si cela l’auspicio dell’intero entourage rossonero: Ricardo Kakà guida del gruppo e chioccia di calciatori di strepitoso livello tecnico ma che – per ragioni differenti – devono tuttora imboccare la via giusta. Ogni riferimento a Balotelli ed El Shaarawy non è puramente casuale. Il doppio ruolo di Kakà: il Milan si aggrappa a lui per riemergere. Oltre un avvio di stagione disastroso ed una polveriera dirigenziale innescata poco furbamente in corso d’opera.

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