2013
Milan, Gattuso si racconta: “Nessun problema con Allegri. A Leonardo ho chiesto scusa”
MILAN GATTUSO UNDICI SION – Ospite negli studi della trasmissione Undici, in onda questa sera su Italia2 e condotta da Pierluigi Pardo, Gennaro (detto Rino) Gattuso si è raccontato in una lunga intervista. Tanti i temi toccati, da Allegri a Leonardo, passando per molti ricordi rossoneri e non solo. Queste le parole del centrocampista, oggi al Sion, evidenziate dalla redazione di Calcionews24.com: “Quando arrivavano le vittorie non me le sono mai godute, pensavo sempre a quello che doveva succedere dopo. Sono stato un capoultrà che aveva la possibilità di andare in campo. Tante volte giocavo al di sotto delle mie capacità e venivo massacrato giustamente. Non pensavo di vincere un mondiale, sognavo di giocarlo non di vincerlo. Il Milan? Ad inizio stagione avevo paura, speravo che arrivassero a 40 punti, da tifoso. Poi dopo parlando con i compagni, vedendo la squadra come si è ripresa, mi ha fatto cambiare idea su Allegri. Anche per il modo in cui si è posto con la stampa e con i calciatori. Io non ho mai litigato con Allegri, lui mi voleva come uomo spogliatoio nella società ma io volevo giocare. Il Milan è casa mia, mi manca. per 13 anni ho fatto un altro sport, avere tutto quello che ho avuto a Milanello è stato straordinario. Un giorno vorrei tornare nel Milan da grande e fare qualcosa da grande.
El Shaarawy? Secondo voi perchè rompevo le scatole a lui? Si vedeva che ha le qualità. Devo fare i complimenti al padre, che lo segue e lo bacchetta: lo fa comportare in un certo modo. De Sciglio? E’ giovane ma per la maturità sembra che abbia 40 anni. L’anno scorso lo scudetto l’ha perso il Milan, la Juve quest’anno può fare il nostro stesso percorso. Il Napoli per me non è una rivelazione. Berlusconi apre ad un mio inserimento in società? Ho grande stima di lui, mi caricava prima delle finali anche se non avevo bisogno. In 13 anni ho avuto un grande rapporto anche con Galliani, sono molto legato a lui. Per me è stato carota e bastone. La finale di Champions vinta nel 2003? La prima gioia e il primo sogno che si è avverato. Se avrei tirato? Potevo morire su quel dischetto. Istanbul 2005? Un incubo fino al 2007, dopo ho pensato: Dio c’è. La coppa del mondo? Quelle volte che ho indossato la maglia azzurra provavo emozioni incredibili. L’inno mi emoziona sempre: ogni volta che lo sento lo canto con la mano al cuore. Leonardo? Grande calciatore e grande compagno di squadra. Avevo veleno nei suoi confronti e gli ho chiesto scusa per i cori che feci a Roma con i tifosi. Aveva ragione lui, il carattere mi ha giocato un brutto scherzo. Ancelotti? Amico, allenatore, maestro, amante (sorride). Un grande”.