2012

Milan, El Shaarawy: “Battere la Juventus sarebbe fantastico”

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MILAN EL SHAARAWY – Non sono in molti ad esser contenti dell’addio di Zlatan Ibrahimovic al Milan, ma El Shaarawy sarà certamente uno di questi, considerando che così ha avuto la grande occasione tra i titolari rossoneri. Certo non ha fatto rimpiangere la partenza del fuoriclasse svedese, anzi ora sull’attaccante azzurro pesa l’intero reparto offensivo e probabilmente le ambizioni di vittoria contro la Juventus. Intervistato dal Corriere della Sera, il Faraone ha parlato alla vigilia del big match.

Stefano, ha già comunicato ad Ambrosini, il suo capitano, dove trascorrerà le vacanze di Natale?

«No. Devo ancora decidere. Di sicuro però vado al caldo, al mare».

Siamo certi comunque che sarà lui a pagare?

«Non vedo problemi. L’ha promesso e lo farà».

Alla fine la scommessa l’ha vinta lei superando con grande anticipo il tetto dei 10 gol segnati.

«Viste le cessioni eccellenti si sapeva che quest’anno avrei avuto più spazio. A me è servito per fare passi importanti».

Qual è stato il ruolo di Allegri?

«Il mister ha avuto una parte fondamentale nella mia crescita, soprattutto l’anno scorso la sua gestione è stata impeccabile».

Cioè?

«Ha sempre trovato il momento giusto per mandarmi in campo, decidendo quando fosse meglio farmi giocare dall’inizio o quando farmi partire dalla panchina. Quest’anno poi mi ha dato molta fiducia».

Solo un masochista incallito avrebbe fatto il contrario.

«Però io non ho iniziato benissimo il campionato. E lui, nonostante tutto, non mi ha messo in discussione. Così io l’ho ripagato».

Che cosa ne sarebbe stato di lei se Ibrahimovic fosse rimasto?

«Non lo posso sapere. Resta il fatto che con le partenze di Ibra e Cassano si sono liberati due posti importanti».

L’unica cosa certa è che se Ibra fosse rimasto non ci sarebbero più tracce della sua cresta.

(sorride) «Ma quando minacciava di sorprendermi alle spalle per tagliarmela, lui scherzava. Io gli ho sempre detto che la cresta non si tocca».

Visto che non le risparmiava delle solenni lavate di capo, Ibra almeno si è fatto vivo per farle i complimenti?

«Non ci siamo più sentiti. No, non mi ha detto più niente».

Nei due anni al Milan qual è stato, se mai c’è stato, il momento più difficile?

«All’inizio della stagione scorsa, quando per l’ennesima volta mi sono dovuto fermare per una tendinopatia al ginocchio. Lì ho temuto di dovermi operare, ero preoccupato. Poi però ho fatto due mesi di rinforzo muscoli e gambe e tutto si è risolto. Il Milan mi ha rimesso in sesto».

Arriva la Juve e i tifosi rossoneri si aggrappano a lei. Le responsabilità le pesano?

«Al contrario, mi stimolano».

Quindi non soffre le pressioni?

«Non le sento. Ho la fiducia di tutti, compagni, società e piazza. In più c’è la squadra che mi sta aiutando a fare grandi cose. Il merito è dei miei compagni».

La Juve dunque…

«Quella di domani è una partita straimportante per la classifica ma anche per la nostra crescita come squadra. Una vittoria domani non avrebbe prezzo».

Lei sa chi era re Mida?

«È un nome che ho già sentito, ma non ricordo altro».

Trasformava in oro qualsiasi cosa gli capitasse di toccare. E per i tifosi lei è una specie di re Mida.

«Diciamo che sto sfruttando bene le occasioni che mi stanno capitando. Questo però è solo l’inizio, devo fare sempre meglio, non mi posso accontentare. Anche se poi non è facile tenere i piedi per terra, anzi è facile cadere in qualche tentazione».

Per provare a battere la Juve serve…

«Tutto… Tutto quello che abbiamo dentro e anche di più. Dobbiamo dare il 150 per cento».

Lo juventino che ammira di più è…

«Gigi Buffon. È veramente un grande, soprattutto come uomo. Ma io in nazionale mi trovo benissimo con tutti i colleghi bianconeri».

Vent’anni di età e già nella storia del calcio per la sua precocità.

«Mi sta capitando tutto così velocemente, sto avendo tutte le soddisfazioni che un ragazzo di vent’anni sogna. È una gratificazione immensa, soprattutto per i miei genitori che hanno fatto tantissimi sacrifici ma anche per me che mi sono sacrificato molto. Questo che sto vivendo è veramente un bel periodo».

Sembra tutto così scontato per lei, anche i gol. Come mai la sua esultanza non è mai plateale?

«Ho sempre esultato così, con misura. È il mio carattere».

Stephan, vive ancora in famiglia?

«Si, a Milano vivo con mia mamma. Mio padre invece va e viene da Savona».

Suo padre è psicologo, corretto?

«Era. Adesso non esercita più».

Ora di mestiere farà il papà di El Shaarawy…

(ride) «In realtà mio papà si è sempre molto dedicato a me».

Com’è arredata la sua camera?

«Conservo qualche trofeo vinto da piccolo e qualche mia gigantografia. Ho ancora spazio per i trofei veri che spero di conquistare presto».

Sua padre è egiziano. Qual è il suo rapporto con l’Egitto e, in generale, con il mondo arabo.

«Sono molto legato al Paese di mio padre e in Egitto torno sempre volentieri a trovare i parenti. Però mi sento italiano».

E non ha mai avuto dubbi quando le hanno chiesto di giocare per la nazionale egiziana?

«Mai. Ho iniziato a giocare nella Under 15 italiana e non ho più voluto cambiare maglia».

Frequenta il mondo delle discoteche?

«Zero. In questo momento meglio lasciar perdere e pensare solo al calcio».

I suoi passatempi preferiti?

«La playstation e il biliardo».

Il suo rapporto con la Tv?

«Ottimo. Guardo solo partite di calcio».

E con gli studi come siamo messi? Alla fine si è iscritto a economia?

«Confesso: ora sono un po’ confuso, devo ancora decidere. In questo momento mi voglio focalizzare sul pallone».

Ha mai fumato uno spinello?

«Mai».

Ha un amico del cuore nel calcio?

«Ho un buonissimo rapporto e ci sentiamo quasi sempre con Perin, che ora gioca a Pescara. Abbiamo vinto lo scudetto Allievi con il Genoa, siamo stati assieme nella Under 21 e anche una volta in nazionale».

I suoi idoli calcistici?

«Shevchenko e Kakà».

E chi le piacerebbe incontrare tra i potenti della terra?

«Il presidente americano Obama. Mi pare un grande personaggio».

Lady Gaga, Muse e J-Ax. Chi sceglie?

«J-Ax. Mi piace, lo ascolto sempre. Il pop-rap italiano e anche americano è il mio genere di musica preferito. La musica mi piace da morire, ti aiuta in tutte le situazioni. Mi carica e mi rilassa. Io viaggio sempre con le cuffie in testa».

Lo sport preferito dopo il calcio?

«Il tennis».

Idolo?

«Federer. Ma anche Djokovic. L’ho conosciuto, è tifoso del Milan. Forse a pensarci bene più Djokovic di Federer».

Ha mai votato?

«No».

Andrà a votare alle prossime elezioni?

«Non so… Penso di si, voterò».

Che idea s’è fatto della politica e soprattutto dei politici italiani?

«Con tutto quello che mi sta succedendo, alla politica non penso. E poi a casa non parliamo mai di politica».

Dove finiscono i soldi che guadagna?

(altro sorriso) «Sono in amministrazione controllata. Nel senso che ci pensano i miei genitori».

Fidanzate in vista?

«No. Sono single e ci tengo a ribadirlo».

Mica è un delitto avere la ragazza.

«Certo, se fosse vero. Ma su alcuni siti hanno scritto cose che non stanno né in cielo né in terra».

Può svelarci il nome del suo parrucchiere? Visto la cresta che le ha piazzato in testa deve essere laureato in architettura.

«Si chiama Salvo e lavora ad Arenzano, vicino a Genova. Appena posso vado a farmi delle aggiustatine».

Lei è uno che cura con pignoleria il proprio corpo. Si considera un metrosexual, per dirla con quel buontempone di Cecchi Paone?

«Per nulla. Curare la propria immagine mi pare una cosa normale».

Qual è il grande sogno di Stephan El Shaarawy?

«Vorrei partecipare al Mondiale del 2014. E possibilmente vincerlo».

Chiuda gli occhi e provi a immaginare il suo primo vero Milan-Juve da titolare.

«Immagino una bella vittoria. Se poi dovessi segnare, magari sotto la Curva Sud, sarebbe ancora più bello».

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