2017
Milan, ecco la Top 11 dell’era Berlusconi
Milan, ecco la Top 11 dell’era Berlusconi: ecco i giocatori che, più di tutti, hanno rappresentato l’epopea rossonera dal 1986 a oggi
Quante gioie, quanti successi e soprattutto quanto spettacolo ha saputo regalare il Milan di Berlusconi. In 31 anni di gestione, il patron rossonero non si è mai fatto mancare nulla: tanti i palloni d’oro passati da San Siro, pochi ma immensamente grandi gli allenatori che si sono seduti sulla scottante panchina rossonera. A Berlusconi, più volte, è stato chiesto di individuare undici giocatori che più lo hanno meravigliato, ma molto raramente è riuscito a non avere esitazioni vista la ricchezza del materiale umano passato da Milanello. Ci abbiamo provato noi a trovare undici campioni meritevoli di una menzione speciale e abbiamo anche provato a sistemarli in campo con un modulo che ha, in qualche modo, cambiato il calcio del ventunesimo secolo: il 4-3-1-2, marchio di fabbrica del Milan di Carlo Ancelotti, capace di vincere due Champions League, uno Scudetto, una Coppa Italia, due Supercoppe Europee, una Coppa Intercontinentale e una Supercoppa Italiana. Ed è per questo che Carletto ha la meglio al fotofinish su Sacchi e Capello, icone della gloriosa epopea berlusconiana.
IN PORTA – Nell’ideale 4-3-1-2 disegnato da Carlo Ancelotti ecco Gianluigi Donnarumma in porta. Sì, proprio il giovanissimo Donnarumma, appena diciottenne e con all’attivo poco più di un anno in Serie A. E il motivo di questa scelta è molto semplice: Giovanni Galli, Sebastiano Rossi, Nelson Dida e Christian Abbiati sono stati tutti e quattro dei grandissimi portieri, ma mai nessuno è riuscito a convincere pienamente i tifosi e la dirigenza. La Juve, almeno sul territorio italiano, ha sempre vantato una tradizione straordinaria di estremi difensori che il Milan non ha mai avuto. Prima, appunto, dell’esplosione di Donnarumma, che sembra aver intrapreso il percorso tipico dei predestinati.
LA DIFESA – In difesa, rigorosamente schierata a quattro (mai il Milan ha giocato con la difesa a tre nell’era Berlusconi, salvo qualche rara eccezione), al centro ecco due mostri sacri: il primo è Franco Baresi storico numero sei rossonero delle gloriose epoche di Sacchi e Capello, mentre il secondo è Alessandro Nesta, emblema di classe ed eleganza dell’ultimo Milan vincente (battuti al fotofinish Desailly e Thiago Silva). A destra spazio a Mauro Tassotti, bandiera del Diavolo sia da giocatore che da vice di Ancelotti, Leonardo, Allegri, Seedorf e Inzaghi, mentre a sinistra onore a Paolo Maldini, unico difensore che avrebbe veramente meritato il Pallone d’Oro (certamente molto più di Sammer e forse anche più di Cannavaro).
IL CENTROCAMPO – A centrocampo, in cabina di regia, gloria eterna ad Andrea Pirlo, architetto del Milan di Ancelotti, che ha incantato il calcio mondiale a suon di tocchi vellutati e giocate di soprannaturale intelligenza, mentre i due interni sono Clarence Seedorf, unico giocatore ad aver vinto tre Champions League con tre squadre diverse nonché mostruoso in termini di personalità, e Frank Rijkaard, straordinario interprete dei tempi d’oro di Sacchi.
L’ATTACCO – Dietro le punte ecco il trequartista, uomo simbolo del calcio ancelottiano: Ricardo Kakà, il sontuoso “Smoking Bianco” che ha fatto commuovere San Siro con progressioni da fenomeno assoluto. In attacco, per distacco, nella Top 11 del Milan di Berlusconi c’è il tandem Shevchenko-Van Basten (la spuntano su due mostri sacri come Weah e Inzaghi), bomber elegantissimi capaci di trasformare in oro ogni pallone toccato.
TOP 11 MILAN DI SILVIO BERLUSCONI (4-3-1-2): Donnarumma; Tassotti, Nesta, Baresi, Maldini; Pirlo, Rijkaard, Seedorf; Kakà; Shevchenko, Van Basten. Allenatore: Carlo Ancelotti.