2015

Milan, Cerci: «Sono qui per stupire Conte. E con Mancini mi spiegherò in privato…»

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L’ala destra ha già messo una pietra sopra l’esperienza spagnola: «Ora devo solo tornare in fretta al top»

MILANO – L’atmosfera è quella che é. Diciamo pure un po’ mogia: oggi sono ufficialmente finite le feste natalizie e la maggior parte degli italiani è tornata malinconicamente a lavorare. Pure Alessio Cerci che ieri, un po’ a sorpresa, si è giocato una buona mezz’ora di Milan-Sassuolo e per poco non battezzava il suo esordio pure con un gol, ma Andrea Consigli (curiosità: un altro classe 1987 come lui) gli ha detto perentoriamente di no. Un po’ a sorpresa, dicevamo, perché l’esperienza spagnola del neo-numero 22 milanista è andata com’è andata: solo 6 presenze in campo con l’Atletico Madrid e appena 450 minuti giocati (con un gol timbrato nella goleada casalinga di Champions contro il Malmoe). Ergo, Cerci è tuttora fuori condizione, fisicamente sta a posto ma gli manca ancora quel benedetto ritmo-partita sempre più fondamentale nel calcio di oggi. «Io al Milan ci sarei già venuto l’estate scorsa, – esordisce lui di fronte ai numerosi giornalisti intervenuti a Casa Milanma le esigenze economiche del Torino (che non contesto assolutamente) hanno fatto sì che finissi all’Atletico. Purtroppo la trattativa coi Colchoneros si è sbloccata solamente il primo settembre scorso e quindi sono arrivato a Madrid quando molti miei compagni erano già molto più avanti di me a livello di schemi e preparazione. Io ho fatto del mio meglio, allenandoni al massimo, ma se il Mister Simeone ha voluto puntare su altri, amen, sarà stata colpa mia non averlo convinto fino in fondo…» Stop, Spagna archiviata di botto, ora è il turno di questa esperienza milanista (prestito fino al 30 giugno 2016, medesima situazione contrattuale di Fernando Torres passato in casacca biancorossa, dopo si vedrà…) che si è aperta con la fiele emiliana di ieri ed ora impatterà drasticamente coi granata fin da sabato prossimo. Già, i granata…

ESULTANZA ALL’OLIMPICO? NON SCHERZIAMO! Il bello di Cerci è che lo senti a pelle che il Torino gli è rimasto terribilmente nel cuore. Nonostante abbia un soddisfatto Adriano Galliani al suo fianco e un futuro rossonero a sua completa disposizione, Alessio cede un istante alla malinconia. E versa zucchero nei confronti del suo vecchio Mister parlandone tuttora al presente: «Con Ventura nutro un grande feeling. lui sa sempre come trattarti ed arricchirti da un punto di vista tattico (verissimo: il ragazzo col cerchietto l’anno scorso segnò 13 reti, fece un gol da cineteca contro il Genoa e, grazie al suo tremendismo, arrivò a meritarsi una convocazione azzurra per il Brasile, NDR). Ovviamente ora gioco per il Milan e non dobbiamo avere paura di niente: la lotta per il terzo posto passa anche da una vittoria, sabato, all’Olimpico. Certo, se un risultato positivo dovesse nascere da una mio gol, beh, non vedrete nessuna esultanza da parte mia. D’altronde per il Toro ho dato tutto, ho lottato in ogni singola partita e questo i tifosi granata non dovrebbero scordarselo mai». Ma, si sa, l’amore degli ultras è materia che mischia gli opposti. Alto e basso, amore ed odio, passione ed indifferenza. «Voi dite che mi fischieranno? Pazienza, tanto sappiamo come funziona il calcio…».

I BUONI CONSIGLI DI CONTE Cerci, in compenso, non si è scordato della maglia della Nazionale. Vuole continuare a tenersela stretta dopo un Mondiale da dimenticare («Soltanto per l’eliminazione al primo turno perché sarò sempre orgoglioso di aver fatto parte di quel gruppo») e una prestazione furiosa in amichevole contro l’Albania. Accadde nel novembre scorso in una Genova ancora ferita dall’alluvione. In quel dopo-gara, tra l’altro, venne fuori (palesemente in diretta RAI) tutto il magone di Alessio per ciò che gli stava capitando a Madrid. Qualcuno, facendo due più due, ipotizza a circa due mesi di distanza che proprio quella sera, nel ventre di Marassi, l’ex granata decise di fare il cammino inverso. Su suggerimento di un certo Antonio Conte? «No, all’epoca non avevo ancora preso in considerazione l’ipotesi di tornarmene in Italia, tant’è che la trattativa col Milan è stato un blitz avvenuto giusto qualche giorno prima di Natale, quando mi trovavo in vacanza con la mia fidanzata (e futura moglie) alle Maldive». Galliani conferma col capo. «Però è indubbio che Conte ed io ci siamo parlati, mi ha consigliato di giocare con continuità e di non mollare mai perché è innegabile che creda in me. Altrimenti non mi avrebbe convocato in azzurro anche quando, all’Atletico, giocavo col contagocce».

COL MANCIO NO PROBLEM AT ALL Resta soltanto da chiarire l’ultimissimo giallo in ordine di tempo. Il Cerci, beatamente in vacanza alle Maldive, diviso tra Inter e Milan. Chi lo voleva bauscia, chi casciavit. Il nuovo allenatore nerazzurro, non più tardi di qualche settimana fa, aveva speso più di un endorsement tramite i media sportivi per convincere Alessio a seguirlo sull’altra sponda del Naviglio. Poi la vicenda-Torres e il forte affetto che il Niño tuttora riscuote a Madrid (45mila tifosi in delirio alla sua presentazione), hanno sbloccato la situazione avvantaggiando ovviamente il Diavolo. Reazione cerciane? «Innanzitutto un grande orgoglio dentro al petto perché non capita a tutti i giocatori di essere contesi dai due club di Milano. Però, ve lo ribadisco, fin dall’estate scorsa io volevo il Milan e finalmente ci sono arrivato facendo un giro più lungo del previsto. Se mi sono spiegato con Roberto Mancini? Questo non posso dichiararlo in pubblico perché resta una faccenda privata tra me e lui. Sappiate solo che io resto un ragazzo molto rispettoso…». Meglio così: l’epurazione dal Milan dei cosiddetti “bad boys” prosegue senza intoppi. E Cerci ne è solo l’ultimo brillante esempio.

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