In futuro i rossoneri rischiano la partita persa a tavolino.

SERIE A MILAN SAN SIRO – Una stangata nei numeri, una “mazzata” nella sostanza: la squalifica per quattro turno di Philippe Mexes e la decisione di far giocare a porte chiuse la sfida contro l’Udinese a San Siro rappresentano un nuovo problema per il Milan, che però ora dovrebbe preoccuparsi per il rischio di incappare in una terza sanzione per quanto riguarda lo stadio.

RISCHI – La società rossonera, nel caso in cui dovessero verificarsi nuovi atti di discriminazione, rischia di perdere la partita a tavolino. Lo recita il regolamento (articolo 11, comma 3): «(…), si applicano, congiuntamente o disgiuntamente tra loro e tenuto conto delle concrete circostanze del fatto, la sanzione della perdita della gara e quelle di cui all’art. 18, comma 1, lettere d), f) g), i), m)». Le lettere indicano rispettivamente: obbligo di disputare una o più gare a porte chiuse; squalifica del campo per una o più giornate di gara o a tempo determinato, fino a due anni; penalizzazione di uno o più punti in classifica; esclusione dal campionato di competenza o da qualsiasi altra competizione agonistica obbligatoria, con assegnazione da parte del Consiglio federale ad uno dei campionati di categoria inferiore; non ammissione o esclusione dalla partecipazione a determinate manifestazioni.

STRATEGIA – Conseguenze disastrose, dunque, dal punto di vista sportivo ed una macchia non indifferente per uno stadio in corsa per gli Europei “itineranti” del 2020 della UEFA, estremamente sensibile al tema del razzismo. Il Milan ora, come riportato da “La Gazzetta dello Sport”, sta delineando una strategia: ripasserà telecronache e articoli di giornale per evidenziare la sperequazione di trattamenti (e scovare cori juventini non registrati e sanzionati), ma contesta anche l’applicazione di una norma che rischia di diventare fonte di caos e uno strumento per allontanare i tifosi dagli stadi.